Cronaca / Como città
Lunedì 03 Settembre 2018
Como e il caso dell’ora legale
«Meglio non cambiare»
Soprattutto stupore di fronte all’indicazione dell’Europa. «Decisione senza coinvolgere gli italiani, siamo sempre l’ultima ruota»
Ne vale davvero la pena? I comaschi e la proposta di addio al cambio tra ora legale e ora solare, tra indifferenza e voglia di capirci qualcosa in più. «Ho letto di questa proposta sui quotidiani italiani – spiega stupito Carlo Sampietro – la questione è interessante ma non ci è stata spiegata bene. Gli italiani non hanno partecipato ai sondaggi rivolti alla popolazione per esprimere parere favorevole o contrario. Come al solito siamo l’ultima ruota del carro e non veniamo presi in considerazione nelle decisioni che riguardano tutti».
In effetti, alla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione Europea tra il 14 luglio e il 16 agosto scorsi hanno risposto solo trentamila italiani. In Germania la partecipazione è stata molto più alta, si parla di quasi 3 milioni di persone, il 3,79% della popolazione. Dati alla mano, emerge l’insoddisfazione della gran parte dei cittadini in merito al cambio di orario di ottobre e aprile. Su 4,5 milioni di cittadini europei che si sono pronunciati nell’indagine, più dei tre quarti sarebbe favorevole a eliminare il cambio dell’ora. Sono soprattutto i Paesi del Nord e dell’Est Europa a richiedere una modifica che coinvolga l’intera Unione. La questione è stata per la prima volta sollevata dalla Finlandia lo scorso autunno, dopo una petizione per l’abolizione del cambio d’ora che aveva raccolto 70mila firme, a cui si sono poi aggiunte Lituania ed Estonia con il sostegno di Polonia e Svezia.
«Noi non abbiamo questa necessità – dichiara Diego Samoggia, studente – l’Europa vada incontro a quei Paesi senza coinvolgerci». Potrebbe essere quello estivo l’orario da mantenere tutto l’anno, per garantire un’ora di luce in più nel pomeriggio d’inverno. «Se fosse per me lascerei le cose come sono perché non mi pesa ruotare le lancette degli orologi due volte all’anno – spiega Maria Angela Piazza – però capisco bene le difficoltà dei Paesi nordici. Sopportare il buio per parecchie ore al giorno dev’essere faticoso».
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