Como, futuro negato a 4 bambini
«Il Comune non lo permetta più»

La strage di via per S. Fermo Ieri il presidio delle comunità marocchine. «Dibattito serio per capire cosa è stato fatto per evitare l’emarginazione»

Dove ci sono i bambini, di qualsiasi provenienza, non deve mancare in nessun modo tutela e protezione. A prescindere da tutto: idee, collocazioni politiche, riferimenti ideologici. Questo è stato uno dei messaggi più forti espressi ieri al presidio organizzato dalle comunità marocchine della Lombardia.

I partecipanti, una trentina circa, si sono trovati fuori da palazzo Cernezzi (chiuso, come tutti i sabati pomeriggio) con un garofano e un palloncino bianchi, per chiedere che quanto successo il 20 ottobre - il giorno in cui il 49enne marocchino Faycal Haitot ha dato fuoco alla sua abitazione, uccidendo i suoi quattro figli e se stesso - non succeda mai più.

Manifestazione silenziosa

«La vicenda, all’interno della nostra comunità, ha avuto un’eco molto forte – spiega Abdelmajid Daoudagh, segretario di “Insieme”, associazione laica di cittadini marocchini –. Chiamiamo l’amministrazione di Como alle sue responsabilità, chiedendo l’apertura di un dibattito serio. Siamo pronti a fare un confronto profondo, non ideologico, con loro, per capire cos’è stato fatto per evitare l’emarginazione sociale della famiglia e quali sono stati i limiti dell’assistenza».

La manifestazione, oltre alla solidarietà e alla commozione per le vittime, aveva anche lo scopo di denunciare quanto si poteva fare per evitare la tragedia.

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