Cronaca / Como città
Lunedì 04 Marzo 2019
Como, giunta alla deriva
Ipotesi di rientro per Forza Italia
Sul tavolo la disponibilità a trattare, ma si può fare soltanto di fronte a deleghe pesanti
Ad ascoltare le tante voci che girano intorno a Palazzo Cernezzi, ci sarebbe da credere che l’intero impalcato su cui si regge la giunta Landriscina sia lì lì per cedere da un momento all’altro. Ultimo caso, le dimissioni annunciate dell’assessore alla Cultura e al Turismo Simona Rossotti, che aprono una nuova crepa all’interno di una coalizione sempre più eterogenea e distante dall’immagine della compagine compatta che a giugno 2017 aveva riconquistato la città alla causa del centrodestra.
Senza dimenticare lo strappo di Forza Italia, che a novembre aveva ritirato la propria delegazione dalla giunta, un segnale di malessere politico che forse non è stato colto nella sua interezza. In altri momenti, e quando il partito (che già aveva perso pezzi nel corso del primo anno di amministrazione), poteva contare su ben altro peso, si sarebbe aperta una bella crisi politica.
E invece, forse anche a causa della incombenza delle elezioni europee, si è risolto tutto quasi in maniera indolore per Landriscina, e con l’abbandono del pezzo più pregiato dei forzisti, Amelia Locatelli. Ma è stato il voltafaccia di Francesco Pettignano, che ha colto al volo l’occasione per scaricare gli Azzurri, affiliarsi a Fratelli d’Italia e conservare la poltrona a Palazzo Cernezzi, a far imbufalire il coordinatore di FI, Mauro Caprani. E ora che si torna di nuovo a parlare di poltrone, il partito intende presentare il conto.
L’uscita di scena della Rossotti, assessore esterno in quota sindaco, ma da sempre vicina a Forza Italia, riapre infatti giochi e prospettive e offre un’occasione a Mario Landriscina per aggiustare gli equilibri all’interno della squadra. Nessun crollo, dunque. Il collante del potere è tenacissimo. Ma Landriscina dovrà prestare attenzione all’alleato più irrequieto della coalizione e offrire qualcosa di più di deleghe come Cultura e Turismo. Si delinea dunque un nuovo rimpasto?
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