Como: i difetti del ponte
«Da verificare
anche le fondazioni»
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L’esperto critica il certificato di collaudo.E raccomanda «un riesame complessivo del viadotto». Manca pure l’adeguamento antisismico della struttura

I difetti e i guai del viadotto sono così tanti e talmente complessi che la «rimessa in piena efficienza del ponte» non si preannuncia un’impresa particolarmente agevole.

Anche perché per tornare a utilizzare il viadotto dei Lavatoi a pieno carico (cioè con il via libera anche ai mezzi pesanti) secondo il consulente nominato dal Comune bisognerà procedere alla «progettazione di un adeguamento antisismico» dell’intera struttura. Le ultime due pagine della relazione conclusiva firmata dall’ingegner Pier Giorgio Malerba, il professore del Politecnico che ha eseguito una serie di sopralluoghi al capezzale del ponte che collega la via Oltrecolle alla nuova tangenziale di Como, sono tutte dedicate alle fasi necessarie per ripristinare la piena funzionalità del viadotto.

L’esperto suggerisce quattro fasi di intervento. La prima è una nuova verifica statica della struttura. La seconda un’analisi statica e sismica alla luce dell’adeguamento normativo del viadotto. La terza è «l’individuazione delle eventuali carenze della struttura», date quasi per scontate dall’esperto, «e il suo grado di vulberabilità sismica».

Ma è la quarta fase quella che, potenzialmente, potrebbe far perdere il sonno all’amministrazione e agli automobilisti comaschi, perché tra i lavori di rinforzo per ripristinare la funzionalità del ponte vi è la «sostituzione degli appoggi esistenti con nuovi appoggi idonei alle azioni antisismiche» e, se fosse necessario, anche un rinforzo «delle strutture verticali» (leggi piloni) «e delle spalle» che sorreggono le campate del ponte. Con «verifica ed eventuale rinforzo del sistema di fondazione».

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