Como: i divieti ignorati
Davanti a Villa Geno
continuano a tuffarsi

Decine di persone hanno fatto il bagno nella zona già teatro di numerosi annegamenti

«I cartelli ci sono, basta rispettarli» hanno ripetuto a più riprese gli amministratori di Palazzo Cernezzi, dopo la tragedia della scorsa primavera, quando un ragazzino è morto annegato dopo il tuffo nel lago nella zona alla fine di Villa Geno. Ed è vero: i cartelli ci sono, e anche ieri sono stati regolarmente ignorati da decine di persone.

La fotografia scattata nel pomeriggio di una giornata che le previsioni meteo volevano pessima, e che invece ha regalato sole e temperature fino a 28 gradi in città, è la dimostrazione di quanto a poco servano gli avvisi e i divieti. Molte persone, soprattutto ragazzi giovani, si sono infatti immersi nel lago alla ricerca di fresco e hanno fatto il bagno. Pare non si siano verificati, almeno ieri, i soliti tuffi dal battello spazzino ormeggiato poco distante, e utilizzato periodicamente come trampolino per lanciarsi nelle acque del lago.

Lo scorso giugno la tragedia costata la vita a Maxwell Osei, giovanissimo studente del Cfp di Monte Olimpino annegato dopo un tuffo assieme ad alcuni amici, aveva riacceso il dibattito sugli interventi possibili da fare per far rispettare i divieti di balneazione in una zona, peraltro, già teatro di ben quattro tragedie in altrettanti anni.

Il Comune aveva optato per una «campagna educativa da condurre nelle scuole» ritenendo «inutili nuovi cartelli di divieto» visto che già quelli esistenti vengono ignorati. E ieri è bastata una fotografia per averne la conferma.

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