Cronaca / Como città
Sabato 15 Luglio 2017
Como, il divieto di svolta
che tanti ignorano
«Così si rischia la vita»
Via Gallio, il pericolo “testato” in diretta. Sfiorati altri incidenti analoghi a quello di giovedì. La polizia locale: «Nuovi segnali, pattuglie e controlli»
Como, incrocio fra viale Innocenzo e via Gallio, ore 16.20 del pomeriggio di ieri. Arrivando da viale Masia, una macchina zeppa di valigie con targa straniera, al semaforo di fronte ai giardini della stazione San Giovanni si cimenta nella cosiddetta “svolta proibita”, girando a sinistra in un punto dove l’operazione è consentita solo agli autobus, ai taxi o ai mezzi di soccorso. Le vetture lungo viale Innocenzo (direzione lago), per evitare l’incidente sono costrette a frenare bruscamente.
L’ennesima conferma, all’indomani del violento impatto - cinque persone coinvolte, due ricoverate in prognosi riservata al Sant’Anna, altre due travolte dall’auto impazzita mentre si trovavano sul marciapiede ma salve - di una manovra vietata ma diffusa, specie fra i turisti, come confermato pure da chi lavora o ha un’attività in zona.
In particolare, sono gli automobilisti stranieri ad azzardare quest’operazione proibita, nella maggior parte dei casi senza rendersi conto del rischio e, soprattutto, senza rispettare le indicazioni semaforiche riservate agli autobus.
Il comandante della polizia locale Donatello Ghezzo prevede un miglioramento della segnaletica in tempi brevi: «Innanzitutto - spiega - c’era stata segnalata l’assenza del cartello. In realtà non è vero, una cinquantina di metri prima del semaforo c’è. Si potrebbe però, per scrupolo, ribadirlo in corrispondenza del semaforo. A questo proposito, ne ho già accennato al collega che si occupa di segnaletica: andremo, quindi, a compiere dei migliorativi, ripetendo o spostando il cartello d’obbligatorietà di proseguire e di non svoltare a sinistra su uno o entrambi i pali del semaforo. Questo il primo passaggio, poi, certo, ci sarà un’attività di pattugliamento, anche se ora, con le situazioni critiche presenti e da presidiare in città, diventa complicato spostare gli agenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA