Como, la città che cambia
Parcheggi, negozi e nuovi alberghi

Su 38 aree dismesse, 14 in trasformazione. L’assessore Butti: «Interventi strategici in diverse zone, da Ponte Chiasso all’ex scalo merci»

Sono 38 le aree dismesse sotto la lente di Palazzo Cernezzi. Di queste in tre casi sono state attuate le riconversioni (la ex Lomazzi a Tavernola dove è stato realizzato il Gran Mercato, l’ex Oec di Monte Olimpino con il nuovo Iperal e l’intervento di via Castellini), in 21 non c’è alcuna iniziativa e 14 sono invece le zone dove ci sono iniziative in corso.

Nel dettaglio tra quelle bloccate ci sono diversi vecchi piani attuativi scaduti per i quali o sono state ritirate le proposte o non è stato più dato seguito (ad esempio all’ex Danzas, dove avrebbe dovuto essere realizzato un albergo). Tra quelle dove, invece, ci sono interventi in corso figura anche la Ticosa, area sulla quale il Comune sta predisponendo un proprio studio. Tra i piani più grandi ci sono i due di Ponte Chiasso, ex Lechler ed ex Albarelli che porteranno qualcosa come 1.400 posti auto al quartiere oltre a un grande supermercato (Esselunga), altre medie strutture di vendita, una piazza pubblica e un ristorante oltre a nuova viabilità e a un collegamento diretto con la stazione di Chiasso. C’è il recupero dell’ex scalo merci che porterà un albergo tre stelle, un ristorante e 400 posti auto (che potrebbero già essere disponibili nel dicembre prossimo). C’è il recupero del San Gottardo e la ex Mesa a Rebbio con un discount, ma anche un intervento di edilizia residenziale dell’Aler che toglierà definitivamente dalla vista gli scheletri che da anni e anni si trovano lungo via Cecilio. Anche in questo caso, come a Ponte Chiasso, ci sarà una nuova viabilità.

«Parliamo di scenari in importante evoluzione - spiega l’assessore all’Urbanistica Marco Butti - soprattutto su diverse aree strategiche con alcune zone che da anni vedevano percorsi in itinere che si stanno ora concretizzando». Butti aggiunge: «È fondamentale che ogni intervento venga adeguatamente inserito nel tessuto del quartiere e, quando si parla di rigenerazione, è vitale il mix funzionale. Esempi come Lechler e scalo merci vanno proprio in quella direzione portando risvolti positivi in termini di parcheggi e spazi pubblici alla collettività».

Tra le aree dismesse in fase di sblocco c’è anche quella affacciata su viale Innocenzo, dove sono stati da poco abbattuti gli scheletri abbandonati per anni rifugio di disperati. Lì è prevista la creazione di nuove residenze.

Fermi, invece, diversi piani attuativi ad Albate: dalla ex Bulgheroni (decaduto) alla Curim di Camerlata (vecchio deposito produttivo). Nessuna indicazione nemmeno per l’ex Binda di via Venturino a Breccia e il vicino ambito di via Rimembranza, come pure i vecchi complessi produttivi di via Pannilani, in alcuni dei quali erano previste residenze. Rossi anche possibili interventi in via Bixio, Borgovico, Villa Olmo come pure in via Dante.

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