Como, l’assessore: «Scuole private, più soldi alle migliori»

L’annuncio: «Il regolamento risale al 1978, lo cambieremo. Basta con i fondi “a pioggia”»

Como

«Vogliamo rivedere la convenzione con le scuole paritarie, che risale al 1978. Andremo a individuare dei parametri condivisi per assegnare i fondi, finora sono stati distribuiti “a pioggia”, basandosi solo sul numero degli iscritti». Non è un cambiamento di poco conto quello annunciato dall’assessore comunale alle Politiche educative Amelia Locatelli se pensiamo che gli istituti paritari a Como sono particolarmente numerosi e accolgono migliaia di alunni. «C’è già stato un incontro con i referenti delle scuole e il presidente della Federazione scuole cattoliche Claudio Bianchi, partirà un tavolo di lavoro - afferma Locatelli - perché l’idea è quella di trovare insieme nuovi indicatori che consentano una distribuzione più corretta».

«Intendo dire - riprende - che bisogna analizzare le caratteristiche, assegnare un punteggio in base all’impegno profuso e alle attività offerte, valutando anche l’adesione a progetti scolastici comuni. A mio giudizio le scuole paritarie vanno inserite nei progetti esattamente come quelle pubbliche, finora sono rimaste un po’ ai margini. Il criterio del numero di iscritti con residenza nel nostro Comune è inattaccabile, è un dato di fatto. Ritengo però che non debba essere l’unico».

Nel 2012 era scoppiata una polemica proprio sulla questione delle risorse stanziate dal Comune, nello specifico per le scuole materne paritarie: l’amministrazione aveva ventilato un taglio salvo poi fare retromarcia e ripristinare il contributo di 11.300 euro per ogni sezione convenzionata (erano 35, per un totale di quasi 800 bambini). «Aumentare la cifra stanziata? Loro lo vorrebbero, naturalmente. Valuteremo. Di certo quegli 11mila euro rappresentano la cifra più bassa tra i Comuni della provincia di Como. Si potrebbero valutare anche agevolazioni su alcune tasse. Queste realtà, non dimentichiamolo, danno un supporto là dove la scuola pubblica non riesce ad arrivare. Insomma, l’idea è quella di analizzare insieme la situazione e studiare le modifiche più opportune, anche tenendo presente che le scuole paritarie non sono tutte uguali, andiamo dall’istituto piccolo e un po’ sperduto al collegio con centinaia di studenti».

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