Como, le telecamere ci riconoscono
Già in funzione ma nessuno lo sa

Ai giardini della stazione di San Giovanni un impianto per il riconoscimento facciale - L’assessore: «Tecnologia a servizio delle forze dell’ordine, pronti a estendere il servizio»

In viale Tokamachi fuori dalla stazione il Comune vuole attivare il riconoscimento facciale delle persone tramite sei videocamere. All’interno del documento unico di programmazione approvato dalla giunta a fine luglio uno dei progetti dati per imminenti è il potenziamento più volte annunciato del sistema di videosorveglianza cittadino, con una sala operativa in Questura per ragioni di sicurezza, ma anche di controllo della viabilità. Tra i proponimenti c’è però una novità già funzionante affatto secondaria. «La zona dei giardini di viale Tokamachi è interessata da un progetto pilota – si legge nel documento - per la sperimentazione di funzioni innovative di videosorveglianza, quali il face-recognition».

Il nuovo sistema è stato testato in questi giorni. «Abbiamo attivato il riconoscimento facciale in una zona importante circoscritta, ma vasta che necessita di essere presidiata – spiega l’assessore alla sicurezza Elena Negretti – con sei telecamere di ultima generazione dotate di immagini ad alta definizione. Sono già montate, nelle prossime settimane forti della collaborazione molto stretta con le forze dell’ordine convocheremo un tavolo con la Prefettura e la Questura. Metteremo al servizio di agenti e carabinieri questa tecnologia. Il progetto è pilota, ma vorrei venisse esteso ad altre aree della città». Il riconoscimento facciale in questi mesi ha fatto molto discutere i londinesi, le telecamere anti crimine attivate a King’s Cross e nella metro della capitale inglese hanno sollevato problemi relativi alla privacy, molti hanno sottolineato i possibili errori commessi dagli strumenti informatici nel riconoscimento effettivo degli individui. «Le telecamere sono state acquistate e montate secondo le leggi e le normative vigenti - dice Negretti - e comunque saranno al sicuro nelle mani delle autorità competenti».

I nuovi sistemi di video controllo sono dotati della lettura delle targhe dei veicoli, il potenziamento della rete di sorveglianza vuole essere un argine contro gli illeciti, può però servire anche per controllare il pagamento del bollo auto, per calcolare i flussi sulle principali direttrici, per rilevare il rispetto dello stop ai motori inquinanti. Nel documento unico di programmazione si parla di “business intelligence”. «Abbiamo appena testato il riconoscimento facciale nella zona della stazione, funziona bene – spiega Giovanni Fazio, dirigente comunale per l’innovazione tecnologica – c’è un algoritmo che elabora le immagini catturate dalle telecamere e le confronta con le foto inserite dalle forze dell’ordine per segnalazioni e reati. Tra le funzioni dell’impianto c’è anche l’individuazione di un oggetto da seguire, ad esempio per evitare furti e sparizioni. Oppure la possibilità di tracciare una linea per controllare se degli individui varcano o meno una certa area».

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