Como, licenziata dal Comune
Ora è indagata per truffa

L’ex dipendente è stata interrogata in Procura

Como

Non solo il licenziamento. La dipendente del Comune cacciata da Palazzo Cernezzi perché accusata di aver falsificato gli orari d’ingresso al lavoro in almeno tre occasioni, per nascondere i suoi ritardi - questa è la tesi dell’amministrazione - è ora pure finita sotto inchiesta.

La Procura ha aperto un fascicolo a suo carico, dopo la denuncia formalizzata dallo stesso Comune, ipotizzando i reati di truffa aggravata e di false attestazioni della presenza in servizio.

Tre gli episodi che sono costati il doppio pesante provvedimento del Comune: il primo ad agosto, gli altri due nel mese di settembre dello scorso anno.

In quelle tre occasioni la donna al suo arrivo, in ritardo secondo l’amministrazione, in ufficio non ha provveduto a timbrare il cartellino. «Una dimenticanza» aveva spiegato lei, sanata - si fa per dire - con la compilazione della cosiddetta “domanda di riconoscimento” dell’orario di entrata, ovvero un modulo consegnato al dirigente con l’indicazione dell’orario presunto dell’inizio del servizio. Indicazione che sarebbe stata falsa.

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