Cronaca / Como città
Martedì 18 Aprile 2017
Como, medico cade per colpa di una buca
Il Comune dovrà risarcire 23mila euro
Parcheggia a Muggiò e inciampa. Palazzo Cernezzi: «Pioveva, non è colpa nostra». Il giudice: «L’amministrazione si sarebbe dovuta attivare con maggiore attenzione e diligenza»
Como
Il Comune di Como paga - di nuovo - a caro prezzo le buche nelle strade. Il giudice civile, infatti, ha condannato Palazzo Cernezzi a sborsare 23mila euro (tra danni e spese legali) a un medico comasco che, nel febbraio di sei anni fa, è caduto a terra dopo aver infilato il piede in una voragine che si era aperta in piazza Atleti Azzurri d’Italia, a Muggiò.
A nulla è valso il tentativo del Comune di chiamarsi fuori ricordando che erano state giornate di diluvio e che star dietro a tutte le buche nuove era di fatto impossibile; anzi, proprio questa circostanza ha spinto il giudice a tirare le orecchie all’amministrazione scrivendo che «proprio in considerazioni delle condizioni meteo avverse» Palazzo Cernezzi «si sarebbe dovuto attivare con maggiore attenzione e diligenza».
L’incidente che ha trascinato il Comune davanti al giudice civile risale alla sera del 21 febbraio 2011 quando un medico comasco oggi 50enne aveva parcheggiato l’auto nel piazzale di fronte alle piscine di Muggiò. L’uomo, scendendo dalla vettura, ha messo un piede in una buca ed è caduto rovinosamente al suolo, riportando traumi e lesioni che il giorno dopo, al pronto soccorso di Villa Aprica, i medici hanno giudicato guaribili con una prognosi di ben 30 giorni. Il medico era anche stato costretto, nelle settimane successive, a pagarsi un noleggio auto con autista per riuscire a effettuare le visite domiciliari e fiscali dei propri pazienti, visto che il trauma alla caviglia gli ha impedito per giorni di guidare.
Nella causa il legale dell’uomo ha sottolineato non solo la presenza della buca, ma anche che la stessa non era segnalata, che il piazzale è scarsamente illuminato e che la voragine si trovava in un punto difficilissimo da notare, considerato che era tra due posti auto vicini.
Il Comune, dal canto suo, ha provato a difendersi sostenendo che l’automobilista avrebbe dovuto fare più attenzione, che le dimensioni della buca e il fatto che fosse in un’area molto ampia escludevano fosse un pericolo concreto per le persone e che non sapeva della buca, in quanto in quei giorni aveva piovuto tanto e di voragini nell’asfalto se n’erano aperte tante. Tutte considerazioni, quest’ultime, respinte dal giudice.
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