Como, la messa per don Roberto
«Vi porto il saluto del Papa»

In Duomo il cardinale Krajewski ha presieduto la messa in suffragio del prete assassinato a San Rocco: poi il cardinale è andato a Cosio Valtellino per portare ai genitori del sacerdote un dono del Papa.

Il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere di papa Francesco, ha presieduto questa mattina in Cattedrale a Como la messa in suffragio di don Roberto Malgesini, il «prete degli ultimi» assassinato martedì in piazza San Rocco.

Al termine della funzione, il cardinale Krajewski si è recato in forma privata a Regoledo di Cosio dai genitori di don Roberto, portando loro una corona del rosario, dono del papa.

«Vi porto un saluto e un abbraccio fraterno da parte del Santo Padre. Lui sta con noi.

Si unisce a noi nella preghiera» e alla famiglia di don Roberto nel dolore che sta vivendo, ha detto il card. Krajewski all’inizio della liturgia, riferisce Vatican News.

Il Papa - ha detto quindi il porporato al termine della celebrazione - si «unisce ai fedeli della sua Parrocchia, ai fratelli bisognosi che ha servito con tutto il cuore fino all’ultima mattina, e a tutta la comunità comasca. Don Roberto è morto, quindi vive. L’amore non muore mai, neppure con la morte». Non si può essere cristiani fino in fondo, ha proseguito l’Elemosiniere pontificio, senza nutrire quell’amore che porta a dare la vita per il fratello e don Roberto, ha aggiunto, ha fatto sua la preghiera di Gesù: «Padre nostro, sia la tua volontà non la mia, sia santificato il tuo nome, non il mio, venga il tuo regno, non il mio».

Ed è quanto - ha concluso - sono chiamati a vivere tutti sacerdoti - che devono «vivere il puro Vangelo» ovunque siano - e ai quali il cardinale Krajewski consegna la preghiera del cardinale Newman, che santa Teresa di Calcutta affidava alla sue sorelle in missione con i poveri che rappresentano Gesù stesso.

Da parte del Papa il cardinale Krajewski ha infine annunciato la consegna di coroncine del Rosario portate per i volontari e per i bisognosi di don Roberto e anche per «il ragazzo sfortunato che è in carcere». Una del tutto particolare - ha precisato - «di perla», è destinata invece ai genitori di don Roberto, anziani e quindi assenti dalla celebrazione. Sarà lui stesso a consegnarla «baciando le loro mani» a nome del Pontefice.

Proprio nella cittadina valtellinese, paese natale del sacerdote, sono stati celebrati ieri i funerali: le ceneri saranno tumulate nel cimitero del piccolo borgo in provincia di Sondrio, dove vivono i genitori, i due fratelli e la sorella di don Roberto. Oggi il commiato nella città in cui svolgeva la sua pastorale di aiuto e accoglienza.

Nel duomo comasco erano presenti anche i vescovi di Bergamo, Crema e Lodi e un’ampia rappresentanza del clero diocesano.

C’erano anche alcune delle persone che don Roberto assisteva nella sua pastorale dedicata ai disadattati e tanti volontari che aiutavano il sacerdote nella distribuzione delle prime colazioni e nell’aiutare le persone bisognose.

«Don Roberto ci ha insegnato a mettere i poveri al centro delle nostre attenzioni e delle nostre cure, senza attendersi ringraziamenti o riconoscimenti umani, in piena gratuità», ha detto nell’omelia il vescovo di Como Oscar Cantoni, che ha definito don Roberto non solo «martire della carità», ma anche “martire della misericordia». «Il Signore conceda a noi tutti di continuare, con rinnovato impegno, l’opera di misericordia che don Roberto ci ha abbondantemente testimoniato con la sua vita»

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