Cronaca / Como città
Lunedì 18 Novembre 2019
Como: nessuno notifica l’atto
Accusa di evasione fiscale
a rischio prescrizione
Ci sono voluti quasi nove mesi per notificare la fissazione di un’udienza per un’evasione fiscale da 350mila euro. Così il processo è saltato per tardività della notifica, il suo via è stato spostato al febbraio prossimo e, nel mentre, la prescrizione si avvicina inesorabilmente
Ci sono voluti quasi nove mesi per notificare la fissazione di un’udienza per un’evasione fiscale da 350mila euro. Così il processo è saltato per tardività della notifica, il suo via è stato spostato al febbraio prossimo e, nel mentre, la prescrizione si avvicina inesorabilmente.
Una nuova accusa relativa a una frode fiscale rischia di non poter essere discussa nel merito e di essere spazzata via per il troppo tempo trascorso dal presunto reato contestato al momento del giudizio. Dopo il caso dei due rallisti erbesi a cui la Guardia di finanza ha sequestrato beni per alcuni milioni di euro nell’ambito di un’inchiesta su fatture per operazioni inesistenti e frode fiscale, il Tribunale a Como nei giorni scorsi è stato teatro di un nuovo episodio. Sotto accusa l’avvocato - nonché pilota appassionato di motonautica - Alberto Pascali, già finito agli onori della cronaca giudiziaria per una condanna definitiva a 4 anni per peculato (che gli è costata, ad oggi, un giorno di carcere a Bollate).
L’accusa
Nei giorni scorsi l’avvocato Pascali era chiamato in aula per rispondere dell’accusa di evasione fiscale e di occultamento o distruzione di scritture contabili.
Nel corso di un accertamento fiscale compiuto dalla Guardia di finanza nel luglio di un paio di anni fa nello studio del professionista comasco, gli inquirenti avevano scoperto che una quarantina di fatture relative agli anni d’imposta 2011 e 2012 erano scomparse. Gli approfondimento hanno portato la Procura a contestare a Pascali di aver nascosto al fisco guadagni per mezzo milione di euro. Tra Iva e Irpef i soldi non versati allo Stato - secondo le fiamme gialle - ammontano a 350mila euro.
Nove mesi per una notifica
Nel febbraio scorso il Tribunale ha fissato il processo a carico di Pascali e ha affidato alla polizia locale l’incarico di consegnare l’atto giudiziario. Ma l’avviso è stato recapitato soltanto il 28 ottobre scorso ad appena un paio di settimane dall’udienza stessa.
Il giudice non ha potuto dunque far altro che accogliere la richiesta di aggiornare il processo per tardività della notifica. Se ne riparlerà a febbraio, quando ormai gran parte dei reati contestati saranno prescritti o quasi. Dal canto suo l’avvocato Massimo Di Marco, difensore di Pascali, preferisce guardare la sostanza delle accuse: «L’imputato - ha affermato - è certo di poter dimostrare nel corso del processo l’insussitenza dei reati contestati sia sotto il profilo oggettivo che soggettivo». Ma forse la prescrizione renderà inutile tutto quanto.
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