Como: saldi in zona gialla
Acquisti, ma la folla non c’è

Nei negozi timidi segnali di ottimismo: vendite cresciute

«Oggi sembra un pomeriggio “normale”». Ieri, complice anche l’inizio dei saldi, il primo giorno di zona gialla ha riportato molte persone a percorrere le strade di Como. Nelle due arterie del centro storico, via Vittorio Emanuele e via Bernardino Luini, pur essendo un giorno feriale si notavano tante persone a passeggio, in particolari adolescenti. «Sembra d’essere tornati all’epoca “pre Covid” – commenta Franco Puglia, edicolante di via Boldoni – c’è una differenza enorme con i giorni precedenti. Mercoledì, per esempio, nonostante fosse un giorno festivo, la città murata era deserta».

Le voci dalla città

Ieri e oggi, infatti, sono aperti i centri commerciali, i parrucchieri, i centri estetici, i negozi, i bar e i ristoranti (queste due categorie, però, solo fino alle 18 e avendo al tavolo al massimo quattro persone non conviventi). È consentita l’attività motoria e sportiva individuale all’aperto. Ai lati delle vie, sono rimaste le transenne utilizzate per il girone pedonale a senso unico anti orario: un esperimento messo in campo il weekend prefestivo e che aveva effettivamente dato una risposta convincente ai rischi di assembramento.

Ieri, i bar erano piuttosto pieni, in particolare in piazza Volta, tornata a ripopolarsi soprattutto di adolescenti. Ma, in generale, i locali hanno visto un buon numero di clienti.

«Se ci lasciano aperti – è il commento di Marco Viganò, titolare del bar “La Quinta” in piazza Perretta – noi lavoriamo e i clienti arrivano». Anche i numeri dei parcheggi non sono stati negativi. A metà pomeriggio, per esempio, l’autosilo di via Aguadri contava solo una quarantina di posti liberi e addirittura in Val Mulini si trovavano ben 160 macchine parcheggiate.

Il quantitativo di persone a spasso è un buon viatico per l’inizio dei saldi e, in effetti, in alcuni negozi di via Luini c’era la coda fuori, sebbene serva tenere conto che le capienze dei locali, causa Covid, si sono ridotte di molto. Però, al momento, la partenza degli affari non è “scoppiettante”: «Ovviamente – spiega Claudia Caporaso, Intimissimi – non si possono fare paragoni con il solito primo giorno di saldi, peraltro lo scorso anno era un sabato. Tante persone sono a spasso, ma altrettante lavorano. In generale, abbiamo venduto più del normale. Ottimista? Non lo so, c’è voglia di comprare, ma le persone hanno un budget limitato, quindi fanno meno “spesone”».

Sulla stessa linea di pensiero Cagkan Ulusoy, del Plinivs di via Volpi: «Non c’è tantissima gente - racconta– Il weekend sarà zona arancione e non potranno arrivare clienti da “fuori”. Ed è un peccato perché noi lavoriamo tanto con le persone provenienti da Svizzera, Brianza e Milano. In ogni caso, terremo aperti perché, comunque, “qualcosina” si fa sempre ed è sempre meglio che tenere chiuso».

Tempo fino al 7 marzo

Stando alla delibera regionale del 23 dicembre, il termine dei saldi è fissato per domenica 7 marzo. Si avranno quindi sessanta giorni di tempo per fare acquisti a prezzi scontati. L’attesa, inutile dirlo, da parte dei commercianti è tanta.

La speranza è che i saldi possano portare una boccata d’ossigeno a tante attività messe in difficoltà dal periodo di emergenza sanitaria e da tutte le restrizioni.

A questo proposito, la zona arancione, in vigore da domani, influirà non poco sugli affari, poiché soltanto i residenti in città potranno andare a fare la spesa, tagliando fuori completamente la clientela svizzera e proveniente da fuori Como. Inoltre, da domani, resteranno chiusi bar e ristoranti (consentito l’asporto e le consegne a domicilio).

Sarà possibile muoversi all’interno del proprio Comune tra le 5 e le 22 e fare attività motoria e sportiva all’aperto. Da lunedì 11 gennaio e fino al 15, tornerà in vigore la divisione delle regioni in fasce di colore in base alla situazione epidemiologica.

Una volta definiti i colori delle regioni, i presidenti potranno firmare ordinanze più restrittive.

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