Con il Natale “blindato”,
caccia al panettone di Como
«Una coccola in casa»

I comaschi soprattutto quest’anno non rinunciano al prodotto artigianale di qualità. «Richieste superiori del 30% a quelle del 2019»

Un Natale diverso, certo, di restrizioni, per alcuni anche di distanza.

Ma quello a cui i comaschi non rinunceranno, di cui nemmeno questa pandemia li potrà privare, sarà portare in tavola la dolcezza. Tra il dolce tipico della città, la resta, e quello dell’alto lago, il matoloch, a farla da padrone durante le festività natalizie sarà ancora una volta il panettone, meglio se artigianale, meglio se confezionato con prodotti a chilometro zero.

Forni a pieno regime

Un Natale forse tiepido per lo shopping, ma non per i pasticcieri e i panificatori che stanno sfornando in pratica ogni giorno, seguendo un’escalation di ordini che conferma i numeri dell’anno scorso e in certi casi li batte di gran lunga. Eppure ci sono anche le note dolenti. Mancano gli svizzeri, che venivano in città a fare acquisti, e sotto le feste sarà anche molto limitata la possibilità di spostarsi di Comune in Comune. Ecco perché i produttori segnalano che il proprio panettone tradizionale c’è chi ha scelto di assicurarselo e di ritirarlo in largo anticipo, contando su i gusti più diversi da quello tradizionale, agli ormai gettonatissimi pistacchio, cioccolato, cioccolato e pere, ananas, caramello, mocaccino, marron glacè e frutti di bosco.

Alla pasticceria Olly di Como le cose non potrebbero andare meglio: «Abbiamo già avviato la seconda produzione e ad oggi con le prenotazioni dei soli panettoni siamo sopra del 30% rispetto al Natale passato – racconta Maria Deon– Questo riscontro ci ha stupito. Crediamo arrivi dal grande lavoro che abbiamo fatto sui social per far conoscere i nostri prodotti. Un’ottima strategia è stata quella di aderire al format del black friday».

Soddisfazione anche alla pasticceria Volontè, dove Eleonora e Consuelo portano avanti la storia di famiglia. «Lavoriamo a pieno ritmo e pensiamo positivo. Gli ordini sono iniziati ad arrivare e si sforna tutti i giorni. Questo è un Natale in cui stare in famiglia, dove concedersi davvero un momento gustoso di condivisione, come quello di portare in tavola un dolce tradizionale, buono, realizzato con ottimi prodotti, qualcosa che ci soddisfi, lasciando per un attimo alle spalle mesi difficili e di privazioni».

Con il cuore

Proprio sul condividere ha scommesso anche la pasticceria Fuin di Lorenzo e Paolo Verga: «In negozio, da normativa anti-Covid, possiamo fare entrare non più di quattro persone alla volta e tutte ci confermano il desiderio di rinnovare la tradizione, gustando uno dei nostri dolci – spiegano – Ci siamo accorti di quanti clienti di cuore abbiamo. Con l’iniziativa del panettone sospeso già in oltre una decina hanno acquistato un panettone che verrà poi da noi consegnato al Comune, in modo che arrivi a una famiglia in particolari condizioni di indigenza. Non è un Natale come gli altri, mancano la città dei Balocchi e lo spettacolo delle luci, ma un buon panettone può scaldare davvero una casa».

Da Luisita la convinzione di Milo Casati è che questo sia un Natale di speranza, soprattutto verso i mesi a venire, che portino una ripresa per tutti: «Questa settimana per noi è iniziato davvero a muoversi qualcosa. Il panettone artigianale rimane un bel regalo, se ne apprezza la qualità e se ne possono gustare diverse varianti. Ma non è l’unico dolce che i clienti cercano, in sempre di più ci chiedono la nostra veneziana per il cenone di San Silvestro e i sorbetti di frutta che allietano ogni pasto».

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