Cronaca / Como città
Giovedì 27 Febbraio 2020
Coronavirus:
Chiudono le attività cinesi
Anche i centri massaggi
Molte saracinesche abbassate per le attività orientali: parrucchieri, ristoranti e centri benessere
Vaste e preoccupanti le implicazioni che la diffusione del Coronavirus sta avendo in tutto il Nord Italia. Con grande rapidità cambiano le abitudini, si riducono i consumi e il commercio, ma soprattutto si incrementa la paura del contagio. Anche a Como, come sta succedendo a Milano e nelle altre città della Lombardia, scattano le chiusure temporanee di quasi tutte le attività orientali, volute dagli stessi gestori, a cominciare dai ristoranti. I titolari del “Pechino” di viale Giulio Cesare ieri hanno comunicato uno stop fino al 16 marzo prossimo, con l’idea di muoversi nel senso della «precauzione nei confronti dei cittadini», come reca il contenuto di un cartello sulla porta di ingresso. Il ristorante Oishii in via Milano avvisa la clientela di voler «sospendere l’attività fino a data da destinarsi. La decisione - si legge - è stata presa in considerazione della vostra sicurezza, ma anche per la salute dei nostri dipendenti. Vi ringraziamo del continuo supporto in questo periodo difficile». Serrande abbassate inoltre per il ristorante Tokyo, in viale Lecco, almeno fino al 4 marzo. I ristoratori cinesi o giapponesi non sono gli unici a risentire della psicosi Coronavirus: sono chiusi fino a data da destinarsi il centro estetico cinese Ting Ting Nail Spa di via Cadorna, il parrucchiere Dodo Salon di via Milano e il centro massaggi Tuina di viale Roosevelt, quest’ultimo ufficialmente “chiuso per ferie”, ma è lecito immaginarsi un’altra motivazione, e cioè la totale assenza di clienti una volta scoppiata l’emergenza virus. È aperto, ma del tutto deserto, il centro commerciale cinese Hao Mai Mercatone di viale Innocenzo XI. E proprio “deserto” è stata la parola più usata negli ultimi giorni per descrivere la situazione surreale vissuta dalla città a seguito dei provvedimenti di Governo e Regione. In realtà, ieri è andata un po’ meglio. Tra i ragazzi più giovani, in tanti hanno approfittato del tempo libero dalla scuola per uscire a fare un giro in centro. Si conferma un periodo delicato per il trasporto pubblico locale. Rimangono infatti semivuoti autobus e treni, i comaschi continuano a preferire i mezzi privati.
Il consiglio dei virologi di evitare gli assembramenti nei luoghi pubblici, perché aumentano le possibilità di trasmissione della malattia, è percepito come un imperativo categorico. Attenzione però, lo raccomandano gli stessi esperti, a non cadere in un rifiuto totale della socialità.
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