Coronavirus, il turismo
Aero Club “a terra”,
sussidi ai dipendenti

Sono tutti a terra gli 11 idrovolanti dell’Aero Club Como, per il blocco dell’attività dovuto all’emergenza coronavirus

Sono tutti a terra gli 11 idrovolanti dell’Aero Club Como, per il blocco dell’attività dovuto all’emergenza coronavirus, che sta avendo pesanti riflessi anche sulla gestione del personale. «Appena sarà possibile faremo richiesta di ammortizzatori per i nostri 6 dipendenti» precisa il capitano Giorgio Porta, presidente della gloriosa società aerea, che proprio quest’anno si prepara a tagliare il traguardo dei 90 anni di vita. «È stato purtroppo cancellato l’evento celebrativo previsto nel mese di maggio sul lago Maggiore», aggiunge Porta, precisando come «la situazione di Como non è diversa da quella degli altri aeroclub e scuole di volo del nostro Paese». Tutti gli aeroporti minori, dall’Idroscalo comasco a Milano Bresso a Varese Venegono, per citare alcune mete dei voli turistici, sono stati chiusi.

Nell’unico club che opera con idrovolanti in Italia, il solo che in Europa consente di frequentare una scuola di volo idro certificato secondo la normativa europea, la decisione di fermare sia i corsi sia i voli turistici era stata presa con anticipo rispetto alle norme del Governo («Lo abbiamo fatto in auto tutela, perché all’interno della cabina dell’idrovolante, come nei piccoli aerei, non c’è la distanza di sicurezza»). Il protrarsi dello stop impone ora di fare i conti con due problematiche: economica e logistica. Pur essendo codificato come “associazione sportiva dilettantistica senza scopo di lucro” «l’Aero Club ha in organico dipendenti con precise competenze, indispensabili per la gestione della struttura e dello scalo - continua il capitano Porta - Non avendo nessun tipo di entrata diversa da quelle delle nostre attività istituzionali (didattica, turismo, abilitazione, ndr) siamo praticamente “morti”». Si tratta, per quantificare, di circa 25 mila euro mensili che sono venuti meno, parte dei quali serviva a pagare spese e affitto. Una volta esaurite le ferie, per i dipendenti scatta l’esigenza del sostegno economico con i fondi stanziati dal governo.

Il secondo problema riguarda i mezzi fermi nell’hangar. Lo stop dei voli non significa blocco della manutenzione, al contrario. «Mettere in quarantena i voli vuol dire rispettare i protocolli di manutenzioni orarie e di manutenzioni a scadenze calendariali». In breve, un attento check up va eseguito su ogni velivolo. «A fine emergenza la flotta dovrà essere sottoposta a ulteriori manovre manutentive - chiarisce il presidente - Frattanto abbiamo dato la nostra disponibilità alla Protezione civile». L’Aero Club potrebbe garantire, come conferma Porta, voli di corto e medio raggio in qualsiasi località su acqua.

Un ultimo pensiero va alla quindicina di giovani piloti che stanno prendendo la licenza di idrovolante: «State tranquilli e per ora concentratevi sulla teoria» conclude Porta.nV. Fis.

© RIPRODUZIONE RISERVATA