Corruzione in Svizzera
«Sbagliato assumere un italiano»

Il leghista Norman Gobbi trasforma in una campagna anti italiana l’inchiesta che ha portato in carcere sei persone: un kosovaro e cinque svizzeri, uno dei quali un dipendente pubblico di origine calabrese

Si è trasformata nella solita e scontata campagna anti-italiana anche la vicenda delle mazzette pagate in Svizzera da un kosovaro per ottenere permessi di dimora per persone non aventi diritto. Scandalo scoppiato a Bellinzona e che ha portato a sei arresti, il kosovaro e sei cittadini svizzeri, tra i quali due ex dipendenti dell’Ufficio migrazione e un attuale dipendente dello stesso ufficio. Questo dipendente, 28 anni, ex calciatore promettente, è cittadino svizzero ma è di origine calabrese, ed è stato sospeso dal servizio.

In un’intervista al quotidiano zurighese Tages Anzeiger, il direttore del Dipartimento Istituzioni Norman Gobbi, della Lega dei Ticinesi ha dichiarato: «Non è una situazione piacevole. La popolazione rischia di perdere fiducia nelle autorità. Tra l’altro è accaduto sul tema molto sensibile per i ticinesi, quello della migrazione».

E alla domanda se non sia troppo facile dare la colpa a uno straniero, per quanto naturalizzato, ha risposto: «No, è stato un errore quello di assumere un italiano, soprattutto per l’Ufficio della migrazione. Questo per me non è accettabile. Non ho mai sentito di uno svizzero che lavorasse per le autorità italiane. Ecco perché mettiamo a disposizione del nostro dipartimento prevalentemente personale svizzero nato qui o naturalizzato».

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