Covid in Ca’ d’Industria
A Rebbio altri nove 9 morti

Un quarto degli ospiti vittima del virus in meno di un mese. Alcuni pazienti cominciano a guarire

Salgono a trentuno le vittime del virus nella casa di riposi di Rebbio della Ca’ d’Industria. Si fa ogni giorno sempre più drammatico il bilancio del focolaio di Covid esploso a inizio anno nella Rsa di via Varesina, che fu completamente risparmiata dalla prima ondata. Sono nove le vittime registrate in una sola giornata.

Complessivamente la pandemia ha ucciso un quarto degli ospiti della struttura.

Dei decessi, due su tre sono stati registrati internamente alla Rsa, gli altri invece sono avvenuti in ospedale in seguito al ricovero. Ai morti per il virus, si sono verificati in questi giorni altri decessi, ma per ragioni naturali e non per le conseguenze dovute al Covid.

Solo cinque anziani sugli oltre 110 ospiti totali sono sempre stati in buone condizioni di salute e sono sempre risultati negativi al tampone.

Intanto si cerca ancora di comprendere l’origine del virus e, soprattutto, se a causare tante vittime a Rebbio sia stata la variante inglese.

«Faremo a breve il secondo tampone sui negativi sperando siano guariti – commenta Gianmarco Beccalli, presidente della Ca’ d’Industria – e rifaremo gli screening non appena possibile anche agli ospiti ancora positivi. Non abbiamo altre armi che continuare a fare controlli, confidando in un regolare decorso della malattia. Dopo l’interessamento dell’Ats Insubria, spediremo tre campioni all’Asst Sette Laghi di Varese per capire se il virus che ci ha colpito ha la mutazione inglese, vista la rapidità con il quale focolaio si è diffuso dentro la nostra struttura durante le festività».

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