Crisi energetica: «Il mercato del gas è impazzito. Meglio non cambiare gestore»

I consigli dell’esperto A dicembre in media i costi sostenuti dai comaschi per il gas sono aumentati del 23,3%

La bolletta del gas torna a salire, ma attenzione a cambiare il contratto in corsa, secondo gli esperti in questo momento «il mercato è impazzito». A dicembre in media i costi sostenuti dalle famiglie comasche per il gas sono aumentati del 23,3% rispetto a novembre, mese in cui il balzo era stato più contenuto del previsto, anche grazie alle temperature miti. Rispetto al 2021 il nucleo familiare-tipo ha già pagato in più 1.866 euro, una cifra a cui occorre sommare le spese per l’energia elettrica con rincari vicini a 1.400 euro a famiglia. Il conto complessivo è spaventoso e le stime delle associazioni dei consumatori per i prossimi mesi lo sono ancora di più, nonostante le quotazioni sui mercati siano in discesa.

Gli ultimi aggiornamenti relativi al gas, forniti dall’autorità centrale, riguardano comunque il solo mercato tutelato, che interessa circa il 35% dei cittadini comaschi. «Ma anche il mercato libero ha molte variabili – spiega il professor Gianluca Ruggieri, docente dell’università dell’Insubria esperto di energia di recente premiato a livello internazionale per il suo contributo nella divulgazione scientifica – e deve guardare all’aggiornamento dei prezzi sul mercato del gas. In genere le compagnie offrono due tipi di contratto. A prezzo fisso, che per un periodo prestabilito dunque non risente degli aumenti e quindi è stato negli ultimi mesi molto vantaggioso. Oggi però questa tipologia di offerta viene raramente proposta e quando accade i prezzi sono molto alti. Altrimenti i contratti sono a prezzo variabile e vengono comunque aggiornati secondo gli andamento del mercato». L’aggiornamento per il gas è divenuto mensile ed è a posteriori, i prezzi dell’elettricità invece sono a cadenza trimestrale sulla base delle previsioni. Il nuovo sistema espone meno gli italiani alle oscillazioni delle borse e agli annunci politici.

«Oggi è molto difficile dire con certezza cosa convenga fare – dice ancora Ruggieri – se passare al libero mercato e sotto quale forma. Anche per gli operatori e le compagnie è complicato fare offerte sostenibili. Siamo in un mondo inesplorato, il mercato è impazzito. Le incognite sono ancora troppe. Anche per questo non sono molto credibili le proiezioni sulla spesa del 2023. In generale io oggi non cambierei offerta. Molte società per tutelarsi stanno aumentando i costi fissi, i contribuiti chiesti ai cittadini indipendentemente dai consumi e dalle oscillazioni del gas o dell’energia. Il motivo è chiaro, le stesse compagnie temono forti aumenti».

Serve quindi molta cautela. Si può nel caso consultare il sito “Portale offerte” di Arera, dove vengono censite tutte le offerte proposte dalle società.

Attilio Guarisco, per Adoc, l’associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori promossa dalla Uil del Lario, si dice «preoccupato dalla mancanza di garanzie a favore dei cittadini, con il rischio di balzi dei prezzi nelle bollette a fronte di un mercato sempre più selvaggio».

«In questo clima di quasi totale incertezza resta fermo il pilastro centrale – spiega Ruggieri - ovvero: meno consumiamo meno spendiamo. La premessa in tutto ciò è l’efficientamento energetico dei nostri impianti di riscaldamento e delle nostre case, degli elettrodomestici più energivori, con tutte le accortezze quotidiane che spesso abbiamo consigliato».

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