Cronista comasco intimidito a Malta
A processo chi lo minacciò

L’inviato di Avvenire Nello Scavo testimonia a La Valletta. All’uscita dal Tribunale l’aggressione verbale

Un’aggressione verbale studiata a tavolino, preparata, organizzata con l’intento di cercare di intimidire il cronista che, con i suoi articoli su Avvenire, ha svelato i rapporti tra un funzionario del governo di Malta con la Libia e, in particolare, il suo coinvolgimento in decisioni strategiche che sfociarono in stragi di migranti nel Mediterraneo. La testimonianza di Nello Scavo, giornalista siciliano da anni residente a Como, nel processo a carico di quel funzionario e faccendiere, Neville Gafà, accusato di aver pesantemente minacciato il giornalista di Avvenire sui social, ha avuto una coda movimentata all’esterno del Tribunale de La Valletta. Dove la polizia ha dovuto fronteggiare almeno una trentina di manifestanti che, all’uscita dal palazzo di giustizia del giornalista comasco, lo hanno aggredito con insulti in italiano: «A tutto ero preparato - il commento di Nesso Scavo - tranne che a essere insultato in italiano». Una scena «che non è degna di un Paese civile» ha detto il giornalista, che si trovava in compagnia di un blogger maltese, Manuel Delia, erede della croniste Daphne Caruana Galizia ,uccisa con un’autobomba il 16 ottobre 2017. E il giorno prima dell’anniversario della morte, sulla quale pesa l’ombra di personaggi vicini all’ex premier maltese Muscat, è attesa anche la sentenza del processo a carico di Gafà.

Processo nel quale si sono costituiti parte civile non soltanto il quotidiano Avvenire, ma anche la Federazione Nazionale della Stampa Italiana. «Il Tribunale di Malta - hanno sottolineato gli avvocati di Scavo, Giulio Vasaturo e Chris Busietta - ha sancito, per la prima volta, il principio un principio fondamentale nella giurisprudenza comunitaria: chi attenta alla libertà di stampa commette un reato che va ben oltre i confini nazionali».

Nell’udienza a carico di Gafà, oltre ai poliziotti che hanno condotto le indagini, ha testimoniato lo stesso Nello Scavo il quale ha raccontato di come, a causa delle minacce ricevute, sia costretto a vivere sotto la costante protezione delle forze di polizia.

Al processo erano presenti anche le sorelle di Daphne Caruana Galizia, le quali hanno raccontato di come gli insulti e le ingiurie in mezzo alla strada, per loro e la loro famiglia, sia vita quotidiana a Malta.

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