Cronaca / Como città
Martedì 24 Gennaio 2023
Da stasera scatta lo sciopero dei benzinai: ieri e oggi lunghe code per rifornirsi
La protesta Distributori chiusi dalle 19 di questa sera alle 19 di giovedì e dalle 22 alle 22 sulle autostrade
Prima code ieri in città ai distributori di benzina da parte degli automobilisti intenzionati a fare il pieno prima dello sciopero che gli operatori hanno proclamato per le giornate di domani e dopo, a partire da questa sera alle 19. È probabile che oggi il traffico sarà ancora più intenso, in città e in provincia così come a cavallo del confine, visto che un’opzione per gli automobilisti italiani potrebbe essere quella di rivolgersi alle aree di servizio ticinesi, dove peraltro il pieno è tornato vantaggioso a seguito della riattivazione delle accise.
Per quanto riguarda la due giorni di sciopero, essa - lo ricordiamo - è conseguenza delle decisioni assunte dal Governo, intenzionato, per esempio, a imporre l’esposizione di un cartello che indichi in tutte le aree di servizio del Paese i prezzi medi di super e diesel.
Gli impianti di rifornimento carburanti, precisano le tre associazioni dei distributori, rimarranno chiusi per sciopero - compresi i self service - per 48 ore consecutive, dalle ore 19 di questa sera alle ore 19 del 26 gennaio sulla rete ordinaria e dalle ore 22 di questa sera alle ore 22del 26 gennaio sulla viabilità autostradale. Ieri, intanto, sulla questione sciopero è intervenuta l’Unione nazionale consumatori (Unc) secondo cui «la verità è che la lobby dei benzinai ha già vinto, visto che il Governo, dopo aver partorito un topolino, si è già rimangiato il decreto, riducendo le multe dai 516 euro attuali al ridicolo balzello di 200 euro».
«Il fatto che i benzinai non abbiano revocato lo sciopero - rileva Massimiliano Dona, presidente dell’Unc - è solo perché, avendo capito la debolezza del Governo, possono ottenere passi indietro ulteriori, magari persino su pompe bianche e grande distribuzione, facendo riprecipitare il Paese a prima delle lenzuolate Bersani. È questo, temiamo, che si nasconde dietro espressioni tipo veri problemi del settore o confronto di merito».
L’Unc invita «il Governo a tornare al testo pubblicato in Gazzetta e a non rimangiarsi quanto ha deciso meno di 10 giorni fa, un’inversione a U a dir poco imbarazzante» prosegue Dona.
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