Cronaca / Como città
Giovedì 10 Febbraio 2022
Dopo il parto ferisce il neonato
Mamma condannata a 5 anni
Diciottenne riconosciuta colpevole di tentato infanticidio
Una mamma residente in città è stata condannata a 5 anni di reclusione – siamo solo alla sentenza di primo grado – per il tentato infanticidio del figlio appena partorito, colpito più volte con delle forbicine pochi attimi dopo essere stato messo al mondo.
Una storia drammatica, che si è conclusa ieri mattina al primo piano del palazzo di giustizia di Como. La ragazza di origine straniera, giovanissima al momento della gravidanza che risale alla prima metà del 2020 (era da poco diventata maggiorenne), si chiuse in bagno quando iniziò ad avere le doglie che preannunciavano l’imminente parto.
Il parto e le forbiciate
Non si rivolse ai genitori (presenti in casa) per chiedere di essere portata in ospedale, ma in preda a uno stato di agitazione (un «profondo stress psicologico», almeno stando alla relazione del consulente dell’accusa che ieri ha ribadito la richiesta di assoluzione) si era chiusa in bagno da sola per partorire. Appena il bimbo era nato, tuttavia, aveva afferrato delle forbicine e lo aveva colpito più volte. Per fortuna i nonni sentirono il pianto disperato del piccolo, intervennero subito e chiamarono il 118 scongiurando il peggio e salvandolo. Decisiva fu infatti la corsa in ospedale.
Del bambino si era poi preso cura il Tribunale dei Minori. L’udienza di ieri mattina, di fronte al giudice Andrea Giudici, si è svolta con il rito Abbreviato ed ha visto una battaglia tra consulenze e perizie. Difesa e accusa infatti sostenevano l’incapacità piena di intendere e di volere della mamma al momento in cui avvennero i fatti, mentre il perito nominato dallo stesso giudice aveva parlato di un vizio solo parziale.
Con questo braccio di ferro, preceduto da una apposita udienza (nelle scorse settimane) in cui i professori si erano confrontati, si è dunque arrivati alla sentenza di ieri mattina, con la mamma accusata del tentato omicidio del proprio figlio. Il pubblico ministero Antonio Nalesso ha insistito nella sua richiesta di assoluzione, ma il giudice dell’udienza preliminare alla fine ha optato per una condanna a 5 anni concedendo le attenuanti generiche e lo “sconto” di un terzo della pena per il rito scelto. È stata anche disposta una provvisionale da 50mila euro in favore del bambino, parte civile tramite il proprio tutore.
«Non volevo fargli male»
La madre, che come detto al momento del parto era da poco maggiorenne, in fase di indagine aveva sostenuto di non voler fare del male al neonato, ma solo di aver tentato – con le forbicine – di recidere il cordone ombelicale. Tesi che tuttavia – in primo grado – non ha trovato riscontro.
La vicenda si sposterà ora verosimilmente di fronte ai giudici dell’Appello di Milano. Il papà del piccolo, un ragazzo altrettanto giovane che al momento dei fatti non stava più con la mamma, non era stato messo a conoscenza della gravidanza in corso.
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