Finta pagina della banca sul pc
Pensionato truffato per diecimila euro

I soldi dirottati su un conto corrente rumeno

Diecimila euro volatilizzati nell’arco di una notte, dirottati su un conto corrente rumeno in seguito a un falso ordine di bonifico.

Il protagonista di questa spiacevolissima vicenda - spiacevole non solo per il danno economico ma anche per il senso di frustrazione che in genere questo tipo di raggiro innesca in chi lo subisce - è un pensionato comasco che, non bastasse il danno, oggi si ritrova coinvolto anche in una vertenza con la sua banca, che non vuole risarcirlo.

Il furto è opera di uno o più hacker, che lo scorso mese di ottobre riuscirono - detto un po’ grossolanamente - a intrufolarsi nel pc della vittima creando una finta maschera dell’istituto Sanpaolo, maschera che il cliente compilò inserendovi le proprie credenziali, password comprese. Dal sistema informatico, i truffatori riuscirono poi a risalire al suo numero di cellulare.

Ora: come sa chiunque disponga di un sistema di home banking, la maggior parte delle operazioni via internet si effettuano oggi utilizzando codici trasmessi via sms: “craccando” uno smartphone, riuscendo cioè a inserirvisi, diventa facile anche appropriarsi di quei codici.

Interessante, nel caso del pensionato comasco, anche la scelta delle date che gli hacker identificarono per dare seguito al loro piano. Attesero di ordinare il bonifico da “remoto” nella notte a cavallo tra l’1 e il 2 novembre scorsi, sapendo che la mattina del giorno seguente gli impiegati sarebbero stati regolarmente al loro posto - e quindi nelle condizioni di poter dare seguito alle disposizioni impartite via web - ma che al contempo gli sportelli sarebbero rimasti chiusi al pubblico, di fatto impedendo a l titolare del conto di intervenire per fermare l’operazione.

Quella notte, il pensionato ricevette sul telefono il messaggio contenente il codice numerico per poter procedere al bonifico. Se ne accorse al risveglio, ma pensò a un errore. Non immaginava che anche altri lo avessero letto e se ne fossero serviti. A nulla valse contattare l’istituto di credito, chiuso al pubblico. Si accorse di essere stato derubato il giorno successivo, quando la banca tornò finalmente contattabile.

I soldi, confluiti su un conto corrente dell’est Europa, non si sono più visti.

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