Funicolare rovente
anche a Lugano
Ma è bastato aprire i finestrini

La soluzione adottata in Ticino è la stessa che si vorrebbe applicare a Como. Le controindicazioni? I costi e il fermo obbligato dell’impianto nel pieno della stagione

Sapete com’è andata a finire sul monte San Salvatore, a Lugano, dove funziona una funicolare pressoché identica a quella di Brunate, con le stesse carrozze costruite a Berna?

Semplicemente che, senza stare troppo a girarci attorno, quando si accorsero che faceva troppo caldo e che l’aria condizionata funzionava soltanto nei pochi minuti di fermo in stazione, gli svizzeri hanno sbloccato i finestrini. Non a colpi di martello, ovviamente, ma facendo fare alle carrozze un ulteriore passaggio in officina. Salvo poi predisporre tutta la documentazione e le certificazioni necessarie a ottenere l’omologazione dall’Ufficio federale dei trasporti. Erano i primi anni Duemila, e l’operazione non fu indolore: eseguita comunque senza troppi indugi, consentì di ottenere le certificazioni prima che la “Gangloff sa” di Berna, la ditta costruttrice, passasse sotto il controllo cinese, con il risultato che oggi ottenere un certificato in caso di modifica sarebbe, a quanto pare, parecchio più complicato. A Lugano, nel marzo del 2016, l’impianto ha poi ottenuto un prolungamento della concessione di esercizio, scaduta: potrà operare, perfettamente aerato, fino al 2040.

A Como intanto ci si arrovella alla ricerca di soluzioni plausibili, per mitigare la temperatura interna alla funicolare senza essere costretti a sospendere il servizio in una fase cruciale della stagione. Per ora è stato ridotto il numero dei passeggeri per ogni viaggio. Non più 80 ma 50. Meno siamo, meglio respiriamo.

I soldi, non è un mistero, sono pochi: l’appalto di gestione del servizio, affidato come noto ad Atm, prevede che la società di trasporti milanese trattenga l’incasso dei biglietti e versi alle casse del Cpt - il Consorzio provinciale trasporti - la somma di 180mila euro all’anno, comprensiva di tutto. Poco importa che al Cpt - con i conti perennemente in rosso e in perenne attesa di essere fuso con Spt in un’operazione che gli ottimisti prevedono potersi completare in autunno - spetti la manutenzione dell’impianto, generalmente molto più costosa. Per dare un’idea: tra i progetti sul tavolo c’era (in realtà c’è tuttora) quello di fermare il servizio per una ventina di giorni tra settembre e ottobre, tempo utile alla sostituzione dell’impianto di condizionamento.

Il costo, al di là delle difficoltà di ottenere i successivi certificati di omologazione e quindi del rischio di restare fermi a lungo, si aggirerebbe sui 60, 70 mila euro. Quindi? Quindi o si abbattono i vetri a colpi di martello o si attende l’assegnazione del nuovo bando europeo per la gestione del trasporto pubblico urbano ed extraurbano, dentro al quale confluirà anche la gestione della funicolare Como Brunate.

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