Gli avvocati fanno sciopero
Tribunale, slittati 40 processi

Anche i penalisti di Como hanno aderito all’astensione nazionale che si protrarrà fino a giovedì compreso

Sono in tutto una quarantina le udienze rinviate ieri, in tribunale, in conseguenza dell’astensione tombale decretata dall’Unione camere penali italiane, che gli avvocati comaschi hanno recepito con percentuali di adesione bulgare. Nei prossimi giorni ne salteranno altre, posto che lo “sciopero” proseguirà anche oggi, domani e dopodomani.

Peraltro si tratta della terza settimana dallo scorso mese di marzo, e probabilmente non sarà neppure l’ultima. Sono garantiti soltanto i processi a carico di imputati detenuti nella patrie galere. Per gli altri si vedrà.

Le ragioni della protesta? I penalisti contestano il contenuto della riforma del processo, a partire dalla volontà di prolungare i tempi della cosiddetta prescrizione. Un manifesto che riassume la loro posizione è stato affisso in questi giorni anche alla bacheca della sede dell’Ordine, al piano terra del palazzo di giustizia: «I reati si prescrivono - vi si legge - perché i processi iniziano tardi e durano troppo. Se avessero una durata ragionevole non si prescriverebbero.

Una prescrizione troppo lunga offende il diritto alla vita: la durata di un processo deve essere calibrata sulla durata dell’esistenza di un individuo».

Nel mirino anche i tempi di “lavorazione” della Procure: «Le statistiche ministeriali hanno dimostrato da un lato che oltre il 60% dei reati si prescrive nella fase, spesso eterna, delle indagini, dall’altro che una sana ed oculata amministrazione dei tribunali garantisce tempi processuali ragionevoli ed annulla di fatto il problema della prescrizione. Questa riforma confonde le cause con gli effetti, ed anziché curare la patologia la perpetua. Quando apprendiamo che un reato gravissimo si è prescritto - è la chiosa - perché il fascicolo è rimasto fermo tra un grado e l’altro per nove anni, la reazione dovrebbe essere quella di annullare quei tempi morti piuttosto che allungare la prescrizione, inseguendo i tempi delle disfunzioni, disincentivando la riorganizzazione degli uffici e rendendo con ciò i processi sostanzialmente eterni».

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