Grande Fashion Week
Il Made in Italy si celebra

Si sono concluse le sfilate milanesi, con un tripudio

di idee, tessuti magnifici fatti a Como, look convincenti

Peccati di moda? Facile cadere in tentazione anche per le signore meno malate di shopping. È stata più di una sfilata la presentazione della nuova collezione Dolce&Gabbana, una delle più belle dei due creativi che sono capaci ogni volta di dar vita a qualcosa di nuovo, sorprendente e desiderabile, partendo da elementi ormai classici, che fanno parte della storia della maison.

Lo stage è la ricostruzione di una cappella barocca: al tocco delle campane un grande portone dorato si apre a una schiera di “devote” al lusso più prezioso. Una spettacolare processione di fashion victim, preceduta dalla sfilata di dieci droni che volano sopra la passerella mostrando la nuova bag, oggetto di culto del prossimo autunno-inverno. I riferimenti sacri - innegabile tendenza tanto che “stile e fede” sarà il tema della prossima mostra al Costume Institute del Metropolitan Museum di New York - si ritrovano su cappotti, abiti, felpe e giubbotti. Ogni outfit un motivo diverso: putti con le ali che spuntano dalla schiena delle modelle, ex voto, ricami dei paramenti liturgici e dei gonfaloni con i santi protettori, scritte, fra completi da parroco e clergyman. Eppoi i capi icona della maison: la guepière, la sottoveste, il completo nero da picciotto, l’abito di pizzo trasparente, la crinolina da ballo che rimandano alle protagoniste di tanti film come “Malèna”, Angelica de “Il Gattopardo”, Maria Antonietta. Una collezione che pur trovando ispirazione nel campo della religione non vuole dare scandalo, ma aprire nuovi orizzonti. «Una celebrazione della bellezza, un tributo alla passione per la moda» hanno detto Dolce e Gabbana. A quelle trame preziose e a quei decori fatti per esaltare il fascino femminile, che sono veri e propri “miracoli” di maestria artigianale. Nella serata di domenica gli stilisti hanno portato alla Rinascente, a ingresso libero, la sfilata dedicata a “All the fashion lovers”, con la collaborazione degli studenti di alcune scuole di moda.

Superare vecchi criteri e cercare nuovi modelli d’eleganza: è stato questo fil rouge a legare le diverse collezioni presentate nella fashion week milanese. Giorgio Armani, nella linea Emporio, offre una libertà fatta di suggestioni che arrivano dalla strada. «Le ragazze di oggi amano divertirsi - ha spiegato il tycoon del Made in Italy a fine défilé -. Mischiano giorno e notte con un spirito che ho osservato con attenzione. È quindi con piacere che dedico loro questa collezione». I velluti e le paillettes fanno il loro ingresso nella divisa d’ufficio con gonne lunghissime o cortissime, gambe in vista e ai piedi luccicanti camperos. La palette cromatica gioca solo su due colori: verde smeraldo e turchese a spezzare il nero. La sera è una teoria di blu e nero, con un’attitudine sbarazzina pronta a scrivere la moda di domani. (Sopra: la sfilata di Dolce&Gabbana; a sinistra: un modello di Armani)

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