I leghisti ticinesi contro il nuovo treno
«Ci porterà in casa i malintenzionati»

Lo sfogo dell’erede di Bignasca: «Ennesimo vettore di “malaimmigrazione”». La linea è quella tra Arcisate e Stabio, che da gennaio consentirà di raggiungere Varese

Più volte in questi anni la Lega dei Ticinesi - il partito fondato da Giuliano Bignasca (scomparso nel marzo 2013) - ha bollato il collegamento ferroviario tra Arcisate e Stabio come il simbolo delle «inadempienze romane».

Troppo ghiotta dunque la cerimonia - in pompa magna - del taglio del nastro (nove anni la durata del cantiere) per rinunciare ad un’altra stoccata.

Di fatto il partito di via Monte Boglia ha paragonato gli 8,4 chilometri dell’Arcisate-Stabio ad una sorta di «taxi per i frontalieri», che gli stessi frontalieri - molto probabilmente - utilizzeranno con parsimonia, per usare un eufemismo.

È stato il consigliere nazionale Lorenzo Quadri a rompere gli indugi, spiegando che «dopo che la Svizzera ha investito 200 milioni di franchi e con quattro anni di ritardo ecco che finalmente il “trenino dei miracoli” è realtà».

«Vedremo - aggiunge Quadri - quanti frontalieri (uno per macchina) toglierà dalla strada». Il concetto di base è sempre lo stesso: secondo la Lega dei Ticinesi, i valichi di confine non assolvono a quel compito di “filtro” che spetterebbe loro sulla carta e nella pratica quotidiana. L’unica contromisura sin qui portata avanti nel vicino Cantone per arginare il numero di auto e mezzi che valicano ogni giorno il confine - la “tassa di collegamento” (votata nel giugno del 2016 in Ticino) - peraltro è stata rapidamente congelata dal Tribunale federale. Insomma, una bocciatura dopo l’altra. Le parole di Lorenzo Quadri stridono però con le dichiarazioni tutt’altro che di facciata firmate Doris Leuthard, presidente della Confederazione per il 2017, la quale ha puntualizzato quanto segue: «Oggi inauguriamo la Arcisate-Stabio, ma noi e l’Italia siamo già pronti anche per assicurare il collegamento tra Rotterdam e Genova per quanto riguarda i nostri territori». Insomma, tutto è bene quel che finisce bene. Ad onor del vero, Quadri si è spinto anche oltre, scomodando persino la questione migranti. In un post al vetriolo, pubblicato venerdì pomeriggio, qualche ora dopo il taglio del nastro, il consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi ha ufficialmente chiesto come verranno effettuati i controlli a bordo dei treni che con cadenza regolare collegheranno la Lombardia al Canton Ticino.

«Sarebbe il colmo se il treno nuovo di pacca diventasse un ulteriore vettore di “malaimmigrazione”. Sarebbe infatti il “massimo” scoprire che abbiamo pagato 200 milioni di franchi per un trenino che ci porta malintenzionati», scrive Quadri. Tutti concetti forti che di sicuro non mancheranno di alimentare nuovi dibattiti lungo la linea di confine. Per ora bisogna l’Arcisate-Stabio, dopo le polemiche di questi anni, è una linea «che unisce i due territori». Questo almeno il pensiero comune dei presenti al taglio del nastro. «L’Arcisate-Stabio è una linea che abbatte le frontiere», questa l’affermazione del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Del Rio. «Da oggi siamo ancora più vicini alla Svizzera», la dichiarazione del presidente della Regione, Roberto Maroni.

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