I nidi riaprono ma a orario ridotto
Cento i bambini che restano esclusi

Partenza faticosa per accogliere più bambini - Si esce alle 16.30, quattro strutture prima finivano alle 18

Gli asili nido riaprono il 3 settembre, ma a orario ridotto, e 99 famiglie restano fuori dalla porta. Ma a fine ottobre sono attese tre nuove educatrici a tempo indeterminato.

L’organizzazione dei nove asili comunali per 251 bambini nell’era del Covid è stata riorganizzata a fronte di «considerevoli difficoltà» scrive Palazzo Cernezzi, volendo comunque «assicurare alle famiglie la ripresa di questo fondamentale servizio attraverso l’impegno di tutti i soggetti coinvolti». Bene, i nidi aprono da giovedì 3 settembre, con un rientro graduale per chi già era frequentante. Ogni famiglia ha ricevuto una telefonata dagli educatori per concordare il ritorno all’asilo. Ma, fa sapere sempre il Comune, «fino all’11 settembre la possibilità di frequenza sarà ridotta: le strutture chiuderanno alle 13.30».

Non solo, «si segnala che, sebbene la permanenza al nido nei primi giorni di apertura sarà inferiore a quella prevista per il proprio modulo orario, la retta sarà calcolata nella sua totalità dal primo giorno di frequenza del proprio bambino». Il problema maggiore riguarda i nuovi iscritti. «L’inserimento dei nuovi iscritti accolti avverrà a partire dal 14 settembre. Le famiglie interessate saranno contattate dagli educatori all’inizio di settembre».

In più c’è un taglio dell’offerta oraria. «In considerazione delle restrizioni imposte dalle normative sull’emergenza Covid-19, al fine di assicurare il servizio asilo nido ad un maggior numero di bambini possibile, di ottemperare alle disposizioni di Governo e Regione e soprattutto di salvaguardare la sicurezza e la salute dei bambini, a partire dal 14 settembre e per tutta la durata dell’anno formativo sarà possibile garantire il servizio asilo nido dalle 7.30 alle 16.30 in tutte le strutture». In via Giussani, in via Palestro, in via Zezio e a Sagnino prima si chiudeva alle 18. Chi usufruiva della fascia più ampia vedrà la retta ricalcolata.

Ma qual è la logica del provvedimento? Perché ridurre l’orario è utile al contrasto al Covid? «In sostanza perché non sono possibili scambi tra le educatrici – dice l’assessore alle politiche educative Alessandra Bonduri – il rapporto educatore-bambini è stato ripristinato ed è tornato ad essere uguale a quello prima dell’epidemia. Ma i gruppi a comparti stagni non permettono al personale di coprire buchi, di scambiarsi il ruolo. Alcune maestre hanno un orario di lavoro non totale, ma parziale. Solo riducendo di qualche ora l’offerta riusciamo a garantire a tutti il servizio accogliendo lo stesso numero di bambini».

Fuori dalla porta restano comunque un centinaio di famiglie in lista d’attesa. Le graduatorie sono pubblicate sul portale del Comune insieme al patto tra famiglie e Comune da sottoscrivere. Ci sono 24 domande in attesa in via Zezio, 7 a Sagnino, 13 in via Passeri, 23 in via Palestro, 8 a Monte Olimpino, 9 a Lora, 11 in via Italia Libera, 27 in via Giussani e 15 ad Albate. Sono 137 in totale, per arrivare a 99 bisogna sottrarre le domande sorteggiate altrove e le domande doppie.

Ma non bastava assumere più educatrici? «C’è un concorso aperto per assumere tre educatrici a tempo indeterminato – dice l’assessore – è una necessità stringente visto il difficile avvio d’anno. Sulle scelte e le capacità d’assunzione del Comune io non mi esprimo perché non è una mia competenza. Ma è evidente che una richiesta per l’arrivo di nuovo personale c’è stata, altrimenti non ci sarebbe il bando».

I tre educatori dovrebbero arrivare entro fine ottobre, nella speranza di ridurre le liste d’attesa. Sempre se nel mentre le famiglie non avranno deciso di rivolgersi ai nidi privati.

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