![](https://storage.laprovinciadicomo.it/media/photologue/2019/9/29/photos/cache/i-pennestri-ai-domiciliari-con-il-braccialetto-elettronico_f09a0568-e3ab-11e9-a788-6326ff65b8c6_900_512_v3_large_libera.jpg)
Cronaca / Como città
Lunedì 30 Settembre 2019
I Pennestrì ai domiciliari
Con il braccialetto elettronico
I due commercialisti accusati di corruzione escono dal carcere dopo oltre tre mesi
Como
Pennestrì padre e figlio ottengono i domiciliari, ma solo a patto che indossino entrambi il braccialetto elettronico. Il giudice delle indagini preliminari ha accolto, dopo averli negati un paio di mesi fa, la richiesta del loro legale per concedere a entrambi di tornare a casa, dopo oltre tre mesi trascorsi in carcere.
La decisione è stata ufficialmente comunicata ieri pomeriggio, ma bisognerà attendere che siano a disposizione i braccialetti elettronici per consentire il trasferimento di Antonio Pennestrì e del figlio Stefano Pennestrì dalle loro celle alle loro abitazioni.
Com’è noto i due commercialisti comaschi sono accusati di corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio per aver pagato tangenti all’ex direttore dell’Agenzia delle entrate di Como, Roberto Leoni, per ottenere favori, sconti e informazioni riservate legate all’attività del fisco a carico dei clienti dello studio Pennestrì.
© RIPRODUZIONE RISERVATA