I turisti invadono Como, ma trovano una città fantasma: in centro è chiuso un negozio su tre

Shopping Una stagione eccezionale per le presenze eppure tante saracinesche da giorni sono abbassate . Numerose anche le insegne “spente” dalla pandemia

Una coppia, trolley in mano, a spasso per via Cesare Cantù, chiacchiera fitto in inglese, tenendo in mano un opuscolo sulla pinacoteca. In pochi metri, passano davanti a tre negozi chiusi per ferie.

Se, da una parte, la città non è mai stata così piena di turisti, in particolare stranieri, dall’altra parecchi esercenti non hanno abbandonato l’abitudine di abbassare le serrande per le meritate ferie nelle due settimane centrali d’agosto, nel pieno della stagione estiva. Così, pur se la maggioranza dei negozi è rimasta aperta, i visitatori, soprattutto fuori dal centro, rischiano d’incrociare diverse attività ferme per vacanze.

Le vie dello shopping

Da questo punto di vista, fanno più o meno eccezione le strade centrali della città murata. Passeggiando per via Vittorio Emanuele e via Luini, visto l’afflusso quotidiano e a qualsiasi ora del giorno, si notano le porte aperte dei negozi e le luci accese. Così, capita non di rado di vedere e sentire giovani e famiglie con accenti francesi, tedeschi e anglosassoni curiosare fra i vestiti e le scarpe da acquistare.

Superato palazzo Cernezzi, però, s’incrociano tre serrande abbassate e un foglio con scritto “chiuso per ferie”. Di fronte, un altro esercizio ha disegnato un cuore sul proprio avviso di chiusura: dal 15 al 31 agosto le attività sono sospese. Inoltre, basta spostarsi di qualche metro e incamminarsi per le vie laterali per notare altri esercizi chiusi per le vacanze. Per esempio, in via Odescalchi, un’attività d’abbigliamento ha deciso di esporre un piccolo avviso in due lingue in cui si dice che la riapertura è prevista per il 29 agosto. In calce, è indicato un numero di telefono per chi avesse bisogno d’informazioni.

Un altro negozio di vestiti, per esempio, in via Adamo del Pero, ha deciso di riposarsi una decina di giorni. In questo caso, lo stop alle vendite è più breve, va dal 22 al 25 e dal 28 al 31 agosto, e non comprende il weekend. A metà di via Indipendenza, invece, c’è un parrucchiere con esposto il cartello delle ferie: due settimane, dal 16 al 30 agosto.

Una delle aree preferite dai comaschi e dai turisti è la passeggiata che da Porta torre arriva a piazza San Fedele: in quelle poche centinaia di metri si condensano attività di vario genere, dalla ristorazione all’abbigliamento passando per l’oggettistica e le librerie. Non è un caso, quindi, che sia sempre zeppa di persone, giovani e non. Nonostante questo, in una porzione molto stretta s’incrociano tre esercizi chiusi: chi più chi meno, le serrande riportano indicati i giorni di ferie, a cavallo in tutti e tre i casi fra ferragosto e la fine del mese.

Lo strascico dei lockdown

Lasciato alle spalle il centro storico, ma restando comunque in città murata, la cifra di locali commerciali con le luci spente e la porta chiusa aumenta in maniera importante. In via Diaz, per esempio, accanto ai numerosi negozi aperti ce ne sono parecchi fermi per le vacanze estive. Idem in via Carcano e in via Vitani.

Inoltre, la pandemia lascia dietro di sé una scia di serrande abbassate, cambiando la fisionomia del centro. Tanti negozi, alcuni storici, hanno chiuso durante il primo e il secondo lockdown senza riuscire a riaprire, sostituiti dalle catene di medie e grandi dimensioni. Per fare alcuni nomi, parecchi comaschi staranno sentendo la mancanza de “Il Bottegone”, la storica gelateria. Lì vicino, in via Adamo del Pero, una gioielleria aveva interrotto le attività.

In via Cesare Cantù, l’incisore Beretta ha deciso di ritirarsi a vita privata dopo decenni d’incisioni e timbri. Nella stessa via, ha appeso gli arnesi al chiodo anche il Salumaio, la frequentata gastronomia della città murata, meta di generazioni di lariani.

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