Cronaca / Como città
Mercoledì 21 Ottobre 2015
Il finto morto truffava l’assicurazione
L’amico incassava i premi: condannato
Quattro anni e otto mesi di carcere la pena inflitta a un giovane di Como
Aveva simulato un incidente stradale a Santo Domingo. Scoperto da un detective privato
Il morto era finto, la condanna del giudice decisamente no. Quattro anni e otto mesi di reclusione è la pena inflitta ieri mattina in udienza preliminare a un comasco di 26 anni, beneficiario di ben quattro polizze sulla vita di un amico morto (per finta) in un incidente stradale mentre si trovava sufficientemente lontano dall’Italia per poter simulare il proprio decesso.
La sentenza è arrivata dopo che un altro giudice, nei mesi scorsi, aveva respinto un patteggiamento a 4 anni perché considerato troppo generoso nei confronti dell’imputato. Era andata meglio al “morto”, 56 anni di Camerlata, miracolosamente tornato in vita in tempo per presentarsi in udienza e patteggiare 3 anni di reclusione.
La vicenda
La storia risale ai primi mesi del 2012, quando tra gennaio e marzo il 56 enne di Camerlata stipula quattro polizze vita con Genertel (per un importo assicurato in caso di decesso di 600mila euro), Zurich (820mila), Vittoria Assicurazioni (un milione) e Poste Vita (350mila), indicando quale beneficiario il comasco di 26 anni. Poche settimane più tardi l’assicurato parte per Santo Domingo dove, il 23 maggio, “muore” tragicamente a Santiago in un incidente stradale. A sancire il decesso il certificato (evidentemente posticcio, visto il ritorno in vita della casa salma) firmato da tale tenente A. Garcia Frias, il quale riporta la testimonianza del signor Checo Vasquez e allega al dossier un referto medico che dà atto della morte e - manco dirlo - dell’avvenuta cremazione del cadavere.
Nei mesi successivi il beneficiario riesce a incassare una delle quattro polizze: 350mila euro (spariti in Svizzera, pare). Le altre assicurazioni, però, mangiano la foglia e incaricano un detective di farsi un viaggio a Santo Domingo per accertare la verità.
L’investigatore scopre così - non senza qualche difficoltà - che il “morto” gode di ottima salute . L’intero caso finisce così sul tavolo della Procura cittadina che, dopo qualche ulteriore accertamento, chiede il processo per tutti i protagonisti.
Nei mesi scorsi l’uomo di Camerlata ha patteggiato a tre anni, mentre il 26 enne comasco è stato condannato con rito abbreviato - e dunque con uno sconto di un terzo della pena - a quattro anni e otto mesi di carcere.
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