Il killer di don Roberto: «Voglio parlare»
Sei mesi fa il delitto di piazza San Rocco

I legali di Ridha Mahmoudi hanno chiesto l’interrogatorio per il loro assistito

«Sono stato informato di un’udienza davanti al giudice di pace il 15 settembre 2020... chi ha sbagliato deve pagare». È datato 31 gennaio dello scorso anno il memoriale, scritto e sottoscritto da Ridha Mahmoudi, reoconfesso dell’omicidio di don Roberto Malgesini, nel quale il killer fa l’elenco dei suoi nemici e mette nero su bianco la data che sarà per sempre ricordata come il tragico giorno della morte del prete degli ultimi.

Sei mesi fa esatti Como si risvegliava con la notizia dell’omicidio di uno dei preti più attivi sul fronte della carità e dell’aiuto alle persone maggiormente in difficoltà. Sei mesi più tardi la Procura è già pronta per chiedere il processo a carico dell’omicida, il quale però ha chiesto - prima che il caso finisca sul tavolo dei giudici - di poter essere interrogato.

Sono stati i legali di Ridha Mahmoudi, tra cui la presidente della Camera Penale di Monza, Noemi Mariani, a formalizzare al pubblico ministero Massimo Astori l’istanza perché l’ex operaio tunisino, 52 anni, più della metà dei quali trascorsi in Italia, possa essere ascoltato dagli investigatori perché fornisca la sua versione dei fatti. Cosa vorrà dire, è ovviamente un mistero. Forse vorrà correggere il tiro rispetto all’interrogatorio di sei mesi fa, quando non solo confessò ma rivendicò con orgoglio quello che sembra - a tutti gli effetti - un omicidio premeditato.

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