Il lago di Como in ritirata
Mai tanto basso a marzo

L’assenza di piogge non aiuta. Quanto al Consorzio dell’Adda,sta mantenendo un deflusso tre volte superiore all’afflusso

Lontano da riflettori, il livello del lago da un mese a questa parte è tornato a battere in ritirata in modo importante, portando in dote il consueto scenario di darsene all’asciutto, rive che spuntano dal nulla e muri a secco (spesso lesionati) che si allungano su distese di sassi e pietrisco.

Ieri pomeriggio, il Lario era a meno 20,1 centimetri sotto lo zero idrometrico, a ben 4,1 centimetri meno del livello registrato sabato alla stessa ora. Il perché di questo segno “meno” importante è ben presto spiegato. Ieri pomeriggio nel lago di Como il deflusso (109,5 metri cubi al secondo) era tre volte superiore rispetto all’afflusso (36,1 metri cubi al secondo), con la percentuale di riempimento che si attestava ad un preoccupante 11,8%.

A poco sono serviti, analizzando percentuali e numeri diffusi in tempo reale dal Consorzio dell’Adda (che gestisce in assoluta autonomia il livello del lago), i 145 milioni di metri scaricati nel Lario attraverso gli invasi alpini. Con un deflusso tre volte superiore all’afflusso e senza pioggia all’orizzonte, il livello del lago è destinato a scendere in media di 3-4 centimetri al giorno. E così scatta il livello di massima allerta per il peggior dato di sempre rapportato al periodo, che si attesta ad un meno 46 sotto lo zero idrometrico. Ad oggi, il lago di Como è 20 centimetri sotto la media stagionale. Al momento, con la navigazione da diporto ferma, non si registrano problemi ed anche i pontili della NaviComo sotto tutti perfettamente raggiungibili. Certo avanti di questo passo, non potrà che ripetersi quanto accaduto il 24 luglio dello scorso anno, quando Regione Lombardia, per fermare la picchiata del Lario, aveva imposto al Consorzio dell’Adda di ridurre del 25% il deflusso delle acque per riequilibrare un afflusso a quell’epoca scarso a causa anche di alcune importanti manutenzioni in corso agli invasi alpini.

La situazione resta sotto stretta osservazione, anche perché - quanto a percentuale di riempimento - oggi quello del lago di Como è il dato peggiore tra i laghi lombardi.

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