Il parco torna libero
Container già al limite

Giardini “liberati” da tende e giacigli. Sono 305 gli ospiti del centro gestito da Croce Rossa e Caritas

Per due mesi lo scalo ferroviario e il giardino di Como San Giovanni sono stati crocevia di sofferenze, sogni infranti e illusioni andate in fumo, fra i sacchi a pelo, il cibo in scatola e le coperte affastellate delle centinaia di migranti transitati da qui in tutto questo tempo. La speranza, per giorni, era in transito al binario 3, da dove passano i treni diretti in Svizzera, e la puntuale delusione in arrivo a al binario 1, con i convogli che riportavano i sogni al punto di partenza.

Da ieri, entrambi gli spazi sono tornati a essere sgombri, restituiti alla città dopo settimane di polemiche anche feroci (basti pensare alla visita del segretario del Carroccio Matteo Salvini).

Le operazioni di pulizia, su richiesta della Prefettura, erano cominciate mercoledì pomeriggio con la rimozione dalla stazione delle coperte e degli oggetti dei migranti già registrati al centro. In poche ore, gli addetti di Aprica, assistiti da alcuni agenti della polizia locale e con il presidio delle forze dell’ordine, avevano sgomberato lo scalo ferroviario. Ieri è toccato al parco della stazione.

Intanto il centro di accoglienza si è completato arrivando a 305 presenze (la capienza massima può essere estesa fino a 400).

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