Cronaca / Como città
Venerdì 03 Giugno 2016
Il pm chiama in causa il sindaco
«Gravi violazioni coperte per anni»
A Lucini fa riferimento la Procura , che dice: «Ha abdicato alla funzione di controllo» La sua voce intercettata nell’ufficio del dirigente: i due discutono del nuovo direttore dei lavori
Eppure anche il sindaco c’entra, anche il sindaco ha le sue colpe. Lo scrive con chiarezza la Procura, che pur non muovendo nei suoi confronti accuse nuove (restano quelle “vecchie” per le presunte violazioni paesaggistiche, edilizie e sismiche) a Lucini contesta il mancato esercizio di quella “proattività” che dovrebbe connotare la funzione di controllo propria di un sindaco.
I magistrati identificano nella vicenda paratie due peccati originali, legati indissolubilmente: intanto una forma di inerzia molto pervicace, ascrivibile ai «vertici comunali»; muovendo dall’assunto secondo cui «Anac non è la Bibbia» (Lucini dixit), l’amministrazione avrebbe omesso di assumere la benché minima decisione in tema di paratie abbandonando al proprio destino le opere idrauliche del lungolago, per le quali oggi non si intravede alcuna soluzione, e con l’unico effetto di aggravare, di giorno in giorno, un danno erariale che cresce al ritmo del debito pubblico somalo.
Questa inerzia, scrive la Procura, trova causa nell’assoluta mancanza di indipendenza tra organi politici e organi dirigenziali: gli uni e gli altri non hanno fatto che trincerarsi dietro a un superiore e inesistente “interesse della città” che se da un lato non consente deroghe alle norme sui contratti pubblici (quasi lapalissiano, ma se il pm ha ritenuto di ribadirlo una ragione ci sarà), dall’altro non ha fatto che nascondere la lunga mala gestione della vicenda, che risale fino ai tempi del celebre “muro” e che configura la potenziale chiamata in correità dei predecessori della Giunta attuale.
Fa specie “leggere” la voce di Lucini intercettato da una microspia piazzata nell’ufficio di Gilardoni, a poche ore dalle dimissioni di quest’ultimo e del collega Antonio Vito Ferro dalle cariche rispettivamente di direttore dei lavori e di responsabile unico del procedimento. Secondo il pm si tratta di dimissioni meramente formali, «concertate con il vertice politico dell’ente», al punto da ritenersi «paradossale» che quel giorno, il 24 marzo, il primo cittadino si confronti sempre con Gilardoni per valutare i profili dei potenziali sostituti.
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