Il vescovo affida la città al Crocifisso
«Sostegno e conforto a chi soffre»

La preghiera di monsignor Cantoni: «Sostieni coloro che sono impegnati nell’emergenza e nel servizio ai malati e alle loro famiglie. Dona conforto alle persone più esposte»

Como

Ai piedi del Crocifisso, nel primo venerdì di Quaresima, Como ha pregato per una nuova forza, quella di affrontare con fede la pandemia che ha sconvolto il quotidiano di tutti. Ripercorrendo la Via Crucis, anche sulle orme di figure ispiratrici come quella di suor Maria Laura Mainetti e del missionario padre Giuseppe Ambrosoli, è arrivato l’appello del vescovo Oscar Cantoni a non lasciare indietro nessuno, soprattutto coloro che oggi si scoprono più deboli.

«Quante volte si cade nella vita. L’umile consapevolezza della nostra fragilità è la più grande forza. Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere». È il pensiero di San Paolo che ha accompagnato la Via Crucis di ieri, alla basilica del Crocifisso di viale Varese. Con le mascherine chirurgiche, indossate sul volto, solo alcuni fedeli, visto gli ingressi contingentati, hanno potuto assistere all’esposizione straordinaria del Crocifisso, così caro ai comaschi, dopo la tre giorni (anche notturna) di settembre.

In tanti hanno seguito anche on line il momento di preghiera insieme, partecipando con la scrittura di messaggi e di invocazioni al Crocifisso del miracolo di far presto terminare questa emergenza sanitaria. «Ci sono uomini e donne che lavorano per costruire ponti e dialoghi di giustizia, che fanno il bene senza cercare gli applausi e le approvazioni, illuminano la nostra vita come candele che si consumano gratuitamente – ha detto il vescovo ed il pensiero non è potuto che andare a don Roberto Malgesini -. Fa che non scartiamo e non condanniamo. Aiutaci a cercare sempre la verità e a stare dalla parte dei deboli».

Soprattutto in questo momento il vescovo ha ricordato come «la nostra stessa vita è una Via crucis».

Lo ha fatto leggendo una preghiera da lui stesso composta proprio per il santo Crocifisso di Como: «Tu conosci la nostra debolezza e continui a esserci vicini in questo momento di presenza devastante del coronavirus che ha sconvolto le nostre vite, le nostre abitudini e le nostre attività quotidiane. Sostieni coloro che sono impegnati nell’emergenza e nel servizio ai malati e alle loro famiglie. Dona conforto alle persone più esposte, anziani, persone sole, coloro che sono infettati del virus, coloro che offrono tempo ed energie per sostenere quanti hanno bisogno di cure, vicinanza e di ogni genere di aiuto. Fa che ciascuno di noi impari la lezione che deriva da questo momento di prova e smarrimento. A volte ci siamo creduti onnipotenti, capaci di fare a meno di te. Oggi ci scopriamo feriti, lasciaci salvare da te con fiducia».

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