In ufficio dopo lo smart working
Si mette in pigiama per protesta

Como: una funzionaria dell’Agenzia delle entrate

Como

Non tornava in ufficio dal marzo dello scorso anno, da quando cioè è scoppiata l’emergenza Covid. Con la fine dello smart working nel pubblico impiego, anche lei, una funzionaria sui sessant’anni in forze all’Agenzia delle entrate di Como, è stata richiamata in presenza dai vertici. La settimana scorsa si è presentata regolarmente sul posto di lavoro, in viale Cavallotti.

Ma subito dopo aver appoggiato il cappotto si è infilata in bagno con una borsa al seguito. Uscendo dalla toilette poco dopo con ciabatte ai piedi, pigiama e una bella vestaglia fresca di bucato. I vertici dell’Agenzia delle entrate di Como, impegnati tra l’altro in un difficile recupero dell’immagine dell’ufficio, dopo lo scandalo che ha investito un paio di funzionario e l’ex direttore, hanno richiamato formalmente una funzionaria di viale Cavallotti che si è resa protagonista della protesta. Protesta che, peraltro, è stata notata dalla stragrande maggioranza dei colleghi, alcuni dei quali non hanno particolarmente gradito la sceneggiata. Anche perché sulla reale efficacia dello smart working nel pubblico impiego, soprattutto in settori in cui si lavora accedendo a banche dati riservate che da casa non è possibile consultare, c’è un grande dibattito in atto.

Da quanto è stato possibile apprendere, la funzionaria sarebbe stata richiamata dal direttore dell’Agenzia di viale Cavallotti. Richiamo recepito, pare, visto che nei giorni successivi la donna si è presentata in ufficio senza pigiami o vestaglie, ma con normalissimi abiti di lavoro.

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