Cronaca / Como città
Martedì 28 Marzo 2023
Irruzione al Chiostrino: tutti assolti in Appello gli skinheads
Tribunale Dopo la condanna in primo grado a Como, i 13 militanti dell’associazione di estrema destra che nel 2017 irruppero nella sala dove si stava svolgendo la riunione dell’associazione comasca sono stati assolti a Milano
Sono stati assolti in corte d’Appello i 13 militanti dell’associazione di estrema destra Fronte Veneto Skinheads che il 28 novembre del 2017 fecero irruzione al Chiostrino di Sant’Eufemia durante una riunione dei volontari di Como Senza Frontiere.
Le motivazioni della sentenza non sono ancora note, occorre però ricordare che in primo grado a Como i 13 militanti erano stati condannati tutti quanti a un anno e otto mesi, nel febbraio del 2022, tenendo già conto dello sconto della pena per ricorso al rito abbreviato. L’accusa mossa nei loro confronti era quella di violenza privata. Il giudice della corte d’Appello a Milano li ha ritenuti però innocenti. In tribunale a Como l’azione compiuta dai militanti era stata definita dal giudice Emanuele Quadraccia «platealmente intimidatoria», «odiosa» e identificata come «irruzione squadrista».
Quella sera di novembre del 2017 gli skinheads si introdussero all’interno del Chiostrino di Sant’Eufemia e si misero alle spalle dei volontari, occupando tutta la sala dove si stava tenendo una riunione relativa alle modalità operative per l’accoglienza dei migranti. Una volta interrotto il dibattito, gli skinheads avevano costretto i partecipanti alla riunione a restare seduti senza possibilità di proseguire nella discussione dei temi all’ordine del giorno.
Il fatto aveva suscitato un’eco significativa a Como ma anche sul territorio nazionale. Infatti all’irruzione era seguita una manifestazione - “E questo è il fiore” - promossa dal Pd: in piazza a Como cinque ministri (Maurizio Martina, Roberta Pinotti, Andrea Orlando, Valeria Fedeli, Graziano Delrio) oltre all’allora segretario del Pd Matteo Renzi e alla presidente della Camera Laura Boldrini. Si attende ora di conoscere le motivazioni della sentenza stabilita in Corte d’Appello per comprendere su quali basi è stata rivista la sentenza di primo grado.
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