Isolato per il virus si uccide in carcere: «Troppi casi a Como»

La denuncia Al Bassone nuovo suicidio, il sindacato di polizia: «Le situazioni di disagio sono ormai allarmanti»

Potrebbe esserci il Covid dietro alla scelta drammatica di un detenuto di togliersi la vita mentre si trovava ristretto nel Carcere del Bassone di Albate. Lo denuncia il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo, aggiungendo anche i numeri di tutta la Lombardia che dall’inizio del 2022 ha già contato 10 suicidi in cella. A Como siamo al secondo lutto.

Pandemia: ripercussioni nelle carceri

«Il suicidio nel carcere di Como del detenuto, originario di Cerignola in provincia di Foggia, da solo in cella, in isolamento sanitario in quanto positivo al Covid, introduce un nuovo inquietante aspetto sui suicidi in carcere – dice al riguardo il sindacalista - Come sostengono gli esperti, la pandemia se in generale ha accentuato situazioni di disagio mentale, apprensione ed ansia tra gli italiani, ha avuto e continua ad avere ripercussioni ancora più gravi nelle carceri dove intanto i focolai di Covid perdurano, l’isolamento ha un effetto ulteriore, mentre il personale di sostegno psicologico come quello sanitario in generale ha numeri ridotti e non riesce a far fronte all’assistenza ancor più necessaria negli ultimi due anni di Covid».

Il secondo caso

Come detto, quello del Bassone è il secondo evento luttuoso del 2022 cui vanno aggiunti i due a Monza, a Milano San Vittore e a Pavia, più altri gesti estremi registrati a Milano Opera e Sondrio. Prosegue Aldo Di Giacomo: «L’estate si conferma stagione problematica da gestire nelle carceri. Come sindacato è da tempo che abbiamo proposto l’istituzione di Sportelli di sostegno psicologico, tanto più contando su almeno 3 mila laureati in psicologia che nel nostro Paese non lavorano con continuità. Come per il personale penitenziario - conclude il sindacalista - che continua a dare prova di impegno civico è sicuramente utile attivare corsi di formazione ed aggiornamento per essere maggiormente preparati ad affrontare casi di autolesionismo e suicidio, oltre naturalmente a provvedere rapidamente all’atteso potenziamento degli organici».

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