L’affare milionario dei bond falsi
«Bruni potrà tornare libero»

Nuovo rinvio dell’udienza preliminare a carico dell’ex sindaco

L’ex sindaco Stefano Bruni potrebbe presto tornare libero. Nell’udienza preliminare che si è tenuta ieri a Milano, sulla vicenda dei bond giudicati del tutto privi di valore della Procura di Milano eppure utilizzati per giustificare il capitale sociale milionario di un’azienda specializzata nell’attività di riscossione tributi per conto della pubblica amministrazione, lo stesso pubblico ministero ha annunciato di voler chiedere un “alleggerimento” della custodia cautelare. Stop ai domiciliari, dunque, e - al massimo - obbligo di firma.

L’annuncio è arrivato nel corso di un’udienza che ci si attendeva risolutiva per l’inchiesta che aveva portato, lo scorso maggio, all’arresto sia di Bruni che del presidente del Calcio Lecco Daniele Bizzozero, entrambi accusati di bancarotta. E invece, ancora una volta, l’udienza è stata aggiornata a tra un paio di mesi. Il motivo? Il giudice ha dichiarato inammissibile la richiesta di patteggiamento di Bizzozero.  L’avvocato del presidente del Lecco dovrà quindi discutere in aula il caso, in occasione del giudizio con rito abbreviato.

Ammesso, invece, il patteggiamento di Bruni (difeso dall’avvocato Giuseppe Sassi): salvo colpi di scena l’ex sindaco dovrebbe cavarsela con 3 anni di reclusione.

La vicenda ruota attorno ai titoli Jp Morgan utilizzati per formare il capitale sociale di 10 milioni di euro della Mazal global solutions per consentirle di subentrare a un’altra società, l’Aipa, nell’attività di riscossione tributi per conto degli enti locali.

Intermediario

A fare da intermediario per l’acquisto dei bond, commerciati in Italia dal presidente del Calcio Lecco Bizzozero (che ha sempre insistito sul fatto che i bond siano assolutamente validi) è stato il commercialista comasco ed ex sindaco Bruni, che per la sua mediazione aveva ottenuto un compenso di 170mila euro. n 
P.Mor.

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