Lago a meno 18
Guai per le sponde
e pesci a rischio

Soglia limite per la navigazione a -40 ma gravi danni alle rive e all’ambiente. Ridotta l’acqua a valle. Il Consorzio dell’Adda rassicura: «Previste piogge, ce la faremo»

Il livello del lago continua a scendere e alle 18 di ieri aveva raggiunto i 18,3 centimetri al di sotto dello zero idrometrico. Il limite massimo che può raggiungere, in base agli accordi con il Consorzio dell’Adda, che regola il funzionamento della diga di Olginate, è quello di meno 40 centimetri. Ma il direttore del Consorzio Luigi Bertoli prevede che non si arriverà al raggiungimento della soglia record in negativo. Tutto dipenderà dalle piogge annunciate dai meteorologi per la giornata di domenica sul Lario, ma che potrebbero iniziare già sabato in Valtellina. .

«Il minimo di 40 centimetri sotto lo zero - aggiunge ancora Bertoli - è stato raggiunto poche volte. Lo scorso aprile eravamo arrivati a -30, -35, ma in quel periodo dell’anno non si accorge nessuno. Penso però che, vedendo le previsioni meteo, potremmo non arrivare alla soglia limite. Nel fine settimana, va detto, arriva meno acqua da monte (le turbine funzionato in modo ridotto, ndr) e se non dovesse piovere i problemi ci sarebbero nella settimana di ferragosto. Ma io sono ottimista».

La chiusura dei rubinetti per la pianura ha iniziato a scattare dallo scorso 24 luglio, con i metri cubi in uscita ridotti da 204 a 190. Il 31 luglio da 185 a 160. E ancora martedì da 163 a 143. Questa mattina l’ultimo step fino a 130. Da togliere ci sono sempre i 20 metri cubi circa destinati ai fiumi, ed ecco raggiunto il 50% di quanto previsto sulla carta.

L’indotto medio negli anni “normali” per i grandi raccolti di pianura è stimato in circa 700 milioni, a cui si aggiunge quello delle centrali. Soltanto quelle lungo l’Adda hanno un volume d’affari di oltre 127 milioni. Il Lario invece, e questo è un tema, con annessa battaglia, storico, conta i danni. «Il primo problema - dice Luigi Lusardi, presidente dell’Autorità di Bacino - è quello di quanto viene abbassato il livello, nei limiti massimi previsti dalla normativa. Le ripercussioni principali sono per i muri delle case e delle darsene, ma anche per quelli di sostegno della Regina che, mancando la pressione dell’acqua, cedono. Noi dovremo intervenire d’urgenza per sanare la situazione e per evitare pericoli maggiori». Il secondo grosso guaio con cui sta facendo i conti soprattutto l’Alto lago è la scarsità di pesci.

«Quando a giugno il lago scende drasticamente - aggiunge Lusardi - è un disastro per il deposito delle uova di alborelle, agoni e lavarelli. Quest’anno stiamo registrando una crisi enorme di lavarelli, dovuta in larga misura proprio ai cambiamenti drastici di livello del lago. Fra due anni, secondo gli esperti, ci troveremo a fronteggiare anche la crisi degli agoni». E conclude dicendo: «Capisco che c’è chi guadagna milioni di euro dallo sfruttamento dell’acqua del lago, ma noi paghiamo con miliardi di pesci. Una delle nostre bellezze è la natura e non è giustificabile danneggiarla. servirebbe maggior dialogo e concertazione, soprattutto in alcuni periodo dell’anno». Lusardi, che ha un ristorante a Domaso, sottolinea che «in venticinque anni non ero mai rimasto senza lavarelli. Quest’anno sì».

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