Cronaca / Como città
Sabato 26 Agosto 2017
Landriscina: «Basta musei vuoti, rilancio con l’aiuto dei privati»
Tour del sindaco all’archeologico e in Pinacoteca: «Abbiamo opere di valore ma pochissimi ingressi. Serve un progetto con nuovi spazi e servizi»
Un paio d’ore trascorse tra il museo Giovio e la Pinacoteca. Totale visitatori: due. Il sindaco Mario Landriscina, che ha anche la delega alla Cultura, ieri pomeriggio ha voluto rendersi conto di persona della situazione dei musei cittadini, accompagnato dal dirigente Maurizio Ghioldi, da Veronica Vittani (ufficio Cultura) e dall’assessore al Personale Elena Negretti. Il confronto ha fatto emergere lacune vecchie e nuove, ma ha anche spinto Landriscina ad attivarsi in una direzione chiara: per attrarre i turisti servono una promozione mirata, veri e propri percorsi, segnaletica in inglese, nuovi spazi e servizi per rendere più “attraente” l’offerta. Senza dimenticare la necessità di risolvere la grana delle infiltrazioni e dei guai strutturali al museo di piazza Medaglie d’Oro, confermate dalla conservatrice Isabella Nobile (la sala di rappresentanza dei conti Giovio ha problemi di staticità ed è possibile transitare ma non fermarsi, il giardino con lo splendido ninfeo è chiuso in attesa dei parapetti e della messa in sicurezza, ci sono sale sbarrate perché le coperture andrebbero sostituite e gli infissi sono in pessime condizioni).
Un quadro complessivo a tinte fosche, ben riassunto dai numeri: vero che con la gratuità nella prima domenica del mese gli ingressi sono aumentati (circa 150 all’archeologico, una quarantina a Palazzo Volpi) ma negli altri giorni i visitatori non superano quota 10 nel caso della Pinacoteca. Non è una questione di prezzi, il biglietto singolo costa 4 euro e quello per l’accesso ai tre musei (compreso il Tempio Voltiano, che sarà oggetto di un sopralluogo a breve) solo 6 euro. E nemmeno si può dire che le strutture offrano opere e reperti poco interessanti. Ci sarebbe da discutere - semmai - sulla dislocazione e su come valorizzarli.
I primi ragionamenti sono scattati “in diretta”, durante la visita. «Come primo passo chiederò all’assessore Vincenzo Bella (Lavori pubblici, ndr) alcuni interventi mirati sulle criticità rilevate, il museo Giovio è un bene prezioso della città e va rimesso in carreggiata - ha detto Landriscina - Potremmo anche valutare l’utilizzo di alcuni spazi della vicina “Combattenti”, visto che c’è ancora tanto da esporre e le sale non bastano».
Per il sindaco serve un progetto complessivo di rilancio: «Il museo archeologico e storico, come la Pinacoteca, vanno anche resi più internazionali. In altre città e all’estero troviamo oltre al museo laboratori, un punto ristoro, magari spazi per giovani e associazioni. Dobbiamo rendere vivi i musei. Al settore Cultura chiedo di stilare una proposta in questo senso, fermo restando il tema delle risorse». Risorse da recuperare, nota Landriscina, anche coinvolgendo i privati: «C’è stato un aiuto per il museo Giovio e mi dicono che qualcuno si era fatto avanti per il Tempio Voltiano, spero si possa dialogare e lavorare insieme per il bene della città, con il meccanismo delle sponsorizzazioni. Penso agli imprenditori, alle associazioni, ai club di servizio. Ma anche altre realtà possono dare un contributo prezioso, ad esempio ho parlato con il rettore dell’Università dell’Insubria».
Intanto i disegni di Sant’Elia restano nei cassetti al piano ammezzato della Pinacoteca, visibili solo a fronte di «motivata richiesta». Opere d’arte e testimonianze storiche nei magazzini, macchie d’umidità sulle pareti. «C’è tanto lavoro da fare anche qui», chiosa il sindaco.
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