Cronaca / Como città
Giovedì 22 Marzo 2018
Landriscina eletto solo otto mesi fa
«Finisco il mandato ma non mi ricandido»
Il sindaco a meno di un anno dall’elezione: «Vista l’età di assessori e consiglieri mi aspetto una nuova classe dirigente per la guida della città»
Como
«Prendo in seria considerazione di cedere il passo confidando, a tempo debito, di aver lasciato con l’aiuto di tutti, una città migliore». Una frase con la quale il sindaco Mario Landriscina, ancora prima di aver spento la prima candelina da sindaco, dice chiaramente che non ha intenzione di ricandidarsi per un secondo mandato. E dice che, a proseguire, sempre per il centrodestra, potrà essere la nuova classe dirigente, più giovane.
Il primo cittadino, nell’analizzare i suoi primi otto mesi alla guida di Palazzo Cernezzi li definisce «intensi e pieni di imprevisti. Faticosi, impegnativi, a tratti dolorosi. Ma anche interessanti, entusiasmanti, che hanno dimostrato la straordinaria potenzialità di una città che, a mio parere, a volte si confronta su temi importanti e altre si divide su aspetti forse eccessivamente strumentalizzati». Si riferisce, come ultimo episodio, ma senza citarlo, all’ordinanza contro l’accattonaggio che, a dicembre, aveva portato Como su tutti i telegiornali italiani.
Landriscina dà una valutazione positiva della sua giunta: «Ho apprezzato - spiega - il gruppo degli assessori che ho scelto per impegno e dedizione». E riconosce «ad alcuni settori dell’amministrazione grande senso di responsabilità e del dovere». Non si è pentito né di essersi candidato e nemmeno di quanto finora, ma ammette che sicuramente finora la gestione della macchina comunale è stata molto più complessa del previsto. Probabilmente qui si fonda la sua non voglia di ipotecare altri cinque anni oltre ai quattro che ancora gli mancano per finire il mandato.
Mandato che, garantisce, porterà fino alla fine, alla primavera del 2022. «Le mie prospettive? Terminato il mandato - dice il primo cittadino - non voglio che passi, neanche per un istante, l’idea che io possa restare “incollato alla sedia”. Mi piace pensare e sperare, essendone ragionevolmente convinto, che l’esperienza condotta insieme alla attuale compagine, si meriti il credito di proseguire». Non con lui al timone, però. «Mi attendo - prosegue - vista l’età media di assessori, consiglieri e giovani impegnati nella politica cittadina, che si formi una nuova classe dirigente, non solo anagraficamente, in grado di mettersi umilmente, ma con determinazione e competenza, al servizio della città senza mai fini di potere o di interesse personale».
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