L’Anticorruzione al Comune
«Non vogliamo bloccare le paratie»

«Siamo qui per vigilare e cercare soluzioni condivise», il sindaco chiede altro tempo per le controdeduzioni

Non è vero che l’Anticorruzione è capitata in mezzo a noi comaschi per metterci i bastoni tra le ruote. È vero semmai il contrario: «Se siamo qui, è per darvi una mano».

Il messaggio arriva forte e chiaro dai vertici dell’Anac di Raffaele Cantone, il presidente di un ente che da un anno a questa parte mette naso e becco nel lavoro delle amministrazioni di tutta Italia, forte di una valanga di segnalazioni che ogni giorno liste civiche, comitati di cittadini, minoranze consigliari o singoli contribuenti arrabbiati riversano sulle sue scrivanie.

L’Anticorruzione, come noto, è arrivata anche sul lago e ha mosso una serie di rilievi non secondari sul piccolo Mose di Como. Sostiene che la variante da cui ci si attende la ripresa dei lavori non sia in realtà una variante ma un nuovo progetto a tutti gli effetti, e che per potervi dare un seguito andrebbe indetto un ulteriore bando. Il Comune, come arcinoto, replica: ne prendiamo atto, ma dimenticatevi pure che ci si metta a organizzare un nuovo appalto; piuttosto rendiamo il progetto più “leggero” in modo che risulti più somigliante a una variante.

Dall’Anticorruzione però, sono arrivati segnali molto distensivi, coerenti peraltro a quanto va ripetendo il sindaco Mario Lucini fin dall’inizio di questa storia, e cioè che fu proprio il Comune - e non altri - a segnalare il caso all’Anticorruzione, come per volerne ottenere una consulenza che rendesse meno ardua la sortita dal pantano: «Il nostro intendimento - hanno detto da Roma - è quello di esercitare una vigilanza collaborativa, quello di prospettare soluzioni che siano quanto più possibile condivise».

Il 6 settembre scade il termine per la consegna delle controdeduzioni, ma si parla di una richiesta di proroga di almeno 15 giorni.

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