Le monete romane ritrovate
«Como nasconde tanti altri tesori»

Marco Migliorini, professore dell’Insubria e la clamorosa scoperta: «Dopo gli studi le monete d’oro siano date al nostro museo: il mondo venga qui ad ammirarle»

Il clamoroso ritrovamento delle monete d’oro romane nel cuore di Como, dimostra una cosa, che gli storici vanno dicendo da anni: «La città, nelle sue viscere, ha un tesoro enorme. Ed è il caso di riflettere sul fatto che questo tesoro non viene valorizzato».

A dirlo è Marco Migliorini professore di diritto romano all’università dell’Insubria, un appassionato di storia romana, abbondino d’oro che ha sempre magnificato la storia su cui camminiamo. Migliorini, recentemente nominato nel cda della Fondazione Volta, stenta a trattenere l’emozione per la scoperta nelle viscere dell’ex teatro Cressoni di via Diaz: «Un ritrovamento eccezionale sia per la qualità che per la quantità. Ma, se devo dire la verità, non mi ha particolarmente stupito. È la conferma che Como è stata una città ricca, opulenta, piena di ricchezze». Ricchezze che, però, sfrutta poco: «Il periodo romano è in effetti poco esaltato. Io, insegnando storia romana, propongo ai miei studenti di spendere una piccola parte di ore di lezione a visitare la Como romana. Ma ho la sensazione che, come spesso capita, noi comaschi siamo i primi a non valorizzare i nostri tesori».

Sul futuro di quei reperti, Migliorini lancia un appello: «Le istituzioni cittadine si facciano promotrici di un’azione politica forte per riportare qui questo reperto. È giusto che le monete vengano studiate a livello mondiale, poi però è anche giusto che tutto il mondo venga a vedere quel tesoro a Como, possibilmente nel nostro museo».

L’articolo completo e le novità sul ritrovamento su La Provincia di lunedì 10 settembre

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