Anche le riprese
del grande evento
chiudono un occhio
sullo scempio
Il Giro di Lombardia ha fatto abitudine al disastro delle paratie. Ormai dal lontano 2008 la carovana della grande corsa ciclistica che transita sul Lario, conosce a menadito la vicenda. Visto che dal palco delle premiazioni, nelle edizioni del 2008, del 2009, del 2010 e del 2015 si vedeva bene lo stato di abbandono della zona. Tutto ciò però in tv non si è praticamente mai visto. Se ci avete fatto caso, nelle riprese irradiate in mondo visione, pur essendo a due passi dalla zona di arrivo (o partenza come nel 2014) mai un passaggio, mai una ripresa, mai una zoomata sul cantiere dello scandalo. E ci mancherebbe altro. Ci fosse anche stato una richiesta al regista da parte degli organizzatori, (assecondata), non ci meraviglieremmo: chi ottiene una partenza o un arrivo di una grande corsa ciclistica, lo fa anche (soprattutto?) calcolando il ritorno di immagine turistico (specie nel caso di città come Como) che arriva dalle riprese televisive. Sarebbe una bella beffa spendere decine di migliaia di euro, e avere in primo piano le immagini di brutture architettoniche imbarazzanti per tutti. Così, nulla. E di riprese, della città, del Duomo, delle piazze, delle sponde a fare da contorno alla corsa ce ne sono tante. Sono le riprese effettuate da un velivolo che si alza la mattina presto e gira a destra e a sinistra per realizzare materiale video che serve durante la telecronaca, quando la diretta si fa difficoltosa, vuoi per il maltempo, vuoi per il transito nelle gallerie, vuoi per una zona coperta male dal segnale. Archivio realizzato poche ore prima della corsa. Ma le paratie sono assolutamente cancellate. E qualcuno dice addirittura che il primo anno sarebbe stato consigliato di non usare in cronaca il termine “Muro”...n
N. Nen.
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