L’esperto e lo scenario dei prossimi mesi
«Contagi in aumento, ma pochi ricoveri»

Incremento di luglio sovrapponibile al mese precedente alla seconda ondata

Como

Se si guarda la curva di luglio e quella dello scorso mese di ottobre, alla vigilia della seconda ondata, la salita dei casi positivi a Como è pressoché sovrapponibile. La differenza sostanziale è che per il momento i pazienti ricoverati sono soltanto dieci nel solo ospedale Sant’Anna. È proprio questa la speranza degli esperti: una pandemia che genera contagi, ma pochi malati.

«Queste sono le tendenze che ci suggeriscono Paesi stranieri come l’Inghilterra e Israele - ragiona Carlo La Vecchia, professore ordinario di statistica medica ed epidemiologia all’Università degli Studi di Milano - dove la campagna vaccinale è molto avanti rispetto a noi e dove la pandemia ha già mostrato un segnale di ritorno con diverse settimane di anticipo rispetto all’Italia e alla Lombardia. A Londra e a Tel Aviv oggi, ogni giorno, ci sono migliaia di nuovi contagi, però i ricoveri hanno numeri molto contenuti. I decessi sono unità e gli accessi in terapia intensiva sono dieci volte inferiori rispetto alle precedenti ondate».

Una situazione che è «quindi immaginabile che valga anche da noi. Tra Como e Milano, dovremo presto affrontare un crescente numero di positività. Ma, speriamo, poche ospedalizzazioni. È cruciale intanto vaccinare i cittadini più anziani, i soggetti patologici, le persone che rischiano di contrarre la malattia sviluppando una forma più severa. La campagna vaccinale dev’essere conclusa soprattutto nella fascia dei settantenni e dei sessantenni».

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