Liberi tutti oppure no?
Auto ibride in centro, che confusione

La legge di bilancio modifica il Codice della strada e sembra concedere una sorta di “liberi tutti” nelle ztl - Il Comune chiede un parere tecnico. Solo nel 2018 sono state immatricolate a Como 1.325 auto a due alimentazioni

Porte aperte nelle zone a traffico limitato e nelle aree pedonali per le auto ibride ed elettriche. Se l’interpretazione della norma che modifica l’articolo 7 del Codice della strada fosse confermata - ma si tratta di una interpretazione molto controversa - non saranno poche, nel Comasco, le auto cui sarà concesso il via libera. Nel 2018 (secondo i dati provvisori dell’Aci) sono state acquistate 1.325 vetture ibride in provincia. Nel 2016 erano 676, praticamente la metà.

All’articolo 7 del Codice della strada (quello che regolamenta la circolazione nei centri abitati) è stato modificato con l’aggiunta di un comma 9bis. Che recita: «Nel delimitare le zone di cui al comma 9 i Comuni consentono, in ogni caso, l’accesso libero a tali zone ai veicoli a propulsione elettrica o ibrida».

Due letture. La prima: a chi guida un veicolo ibrido o elettrico nessun Comune può chiedere il pagamento di alcuna tariffa, garantendogli «l’accesso libero». La seconda, più allarmistica (da cui la richiesta di un parere tecnico formulata dal Comune all’Anci): alle ztl possono accedere liberamente tutti i veicoli elettrici e tutti quelli ibridi.

Per comprendere l’impatto di un potenziale “liberi tutti”, basta guardare ai numeri, sia pure limitati alle sole immatricolazioni nel Comasco. La proporzione, lo scorso anno, era di un’auto ibrida ogni venti, di cui una ogni dieci a benzina. Le vetture che funzionano con quest’ultimo tipo di alimentazione, hanno compiuto un balzo in avanti nel 2018, passando da 12.420 a 13.583. Una conseguenza del calo del diesel, sceso a 6.834 veicoli (nel 2017 erano 8.479) .

Per le ibride la crescita è stata di sole 200 unità (le elettriche sono passate da 12 a 37, le ibride con gasolio da due a 22): il trend è comunque con il più e questa è la strada tracciata. Sarà dunque una minoranza consistente a breve termine. Di qui la preoccupazione manifestata a livello nazionale da associazioni come Legambiente. Immaginate l’impatto di un simile quantitativo di auto ibride a due passi dal patrimonio artistico dei centri storici.

Non inquinano, ma in fatto di sicurezza e di impatto del traffico l’influenza non si preannuncia proprio secondaria. L’ha messo in evidenza l’ex assessore Lorenzo Spallino nel suo blog, commentando amaramente: «Decenni di politiche di limitazione del traffico buttate al vento».

L’avvocato Mario Lavatelli, presidente di Acus (Associazione civica utenti della strada) sottolinea: «La città può avere un effetto positivo dal punto di vista della riduzione dell’inquinamento, questo cioè può essere un incentivo per fare in modo che si acquistino più ibride. Ma ci si preoccupa della Ztl mentre la gestione del traffico va vista in modo complessivo».

Secondo Lavatelli, «Como ha il problema dell’afflusso di traffico e ha bisogno di arrivare al più presto a soluzioni ad ampio respiro, con la realizzazione dei tronchi mancanti di tangenziale e pedemontana. Non è con la Ztl che abbiamo risolto l’impatto dei veicoli, questa casomai è una banalizzazione della questione».

Un incentivo utile potrebbe essere quello dell’uso gratuito dei posteggi con strisce blu, in ogni zona, per le auto ibride, come già avviene ad esempio a Varese.

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