Lo scandalo delle ceneri a Biella
Nuovi casi, la Uil: «Parte civile»

Scandalo del forno crematorio di Biella, nuove segnalazioni da Como. E il segretario generale della Uil del Lario Vincenzo Falanga annuncia che il sindacato comasco si costituirà parte civile al processo, alla conclusione delle indagini ancora in corso da parte della procura di Biella nei confronti dei titolari della società di gestione del servizio comunale e di alcuni dipendenti. Tra le accuse: violazione di sepolcro, distruzione e vilipendio di cadavere, appropriazione indebita, falsità ideologica, truffa, traffico illecito di rifiuti

Un caso, quello del forno degli orrori di Biella, scoppiato lo scorso ottobre quando al tempio crematorio, dove sono stati cremati centinaia di comaschi, erano stati apposti i sigilli. «Siamo rimasti scioccati - spiega Falanga - anche perchè siamo stati coinvolti personalmente: una persona a noi molto cara potrebbe essere tra i deceduti interessati dall’inchiesta. La cosa ci ha colpito».

Nello stesso tempo la Uil è stata contattata da alcuni associati interessati a conoscere i dettagli di questa vicenda e capire se ci fossero gli estremi per agire legalmente: «Il rapporto con i nostri iscritti è tale che spesso ci coinvolgono in dinamiche che non c’entrano direttamente con il lavoro. Questo è una di quei casi. Ora abbiamo deciso di muoverci: la volontà è quella di essere una ulteriore voce nel processo e tutelare gli iscritti che hanno subito un danno, quindi presenteranno denuncia». La cronaca parla di cadaveri bruciati contemporaneamente, ossa abbandonate nella spazzatura. «Chi compie questi atti - nota Falanga - denigra la dignità delle persone oltre che la professionalità e la umiltà di coloro che svolgono questo lavoro con serietà. Avere a che fare con il dolore delle persone non è facile. Comportamenti come quelli di cui abbiamo letto lasciano senza parole: apprendere che alcune persone non sanno se le ceneri che hanno in casa sono della persona cara o meno è devastante».

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